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Un’occasione per parlare con le donne

12/03/2002

Un nodulo, una rientranza del capezzolo: così inizia la storia di moltissime donne che si trovano oggi ad affrontare un tumore al seno. Una battaglia che è scandita da emozioni diverse: incredulità, rabbia, un senso di ingiustizia e molta paura, infine la forza di reagire. La donna passa improvvisamente da uno stato di salute apparente alla malattia che le sconvolge l’esistenza. Una tappa fondamentale nella lotta contro il tumore al seno è rappresentato dall’incontro con il medico e dal livello di comunicazione che si instaura con lo specialista, tenuto ad offrire un’informazione quanto più possibile adeguata e completa.

Una diagnosi di ansia e di paura
Nonostante i risultati nel campo della ricerca siano molto positivi (delle circa 35 mila donne colpite ogni anno da tumore del seno, circa 28 mila, cioè l’80%, arrivano alla guarigione), nella maggior parte dei casi la diagnosi di tumore al seno comporta reazioni di notevole ansia e paura che sono a volte da attribuire ad una difficoltà di comunicazione del medico nei confronti delle donne. Una diverso approccio in campo sanitario tra medico e paziente può essere di estremo aiuto. Grazie al dialogo, ad un rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione di paure e di successi, è possibile favorire nella donna una reazione diversa, più tranquilla e serena nei confronti della malattia.

Un convegno dedicato alle donne
Dall’importanza della prevenzione alla comunicazione con le pazienti, dalle terapie al supporto psicologico. Dalla paura della malattia alla voglia di tornare a vivere. Questi i temi principali che sono stati affrontati durante un convegno dedicato più alle donne che agli specialisti, organizzato da Humanitas Gavazzeni in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, dal titolo “Tumore della mammella: informazione e comunicazione”.

Il programma della giornata
L’incontro che si è tenuto a Bergamo ha visto la partecipazione di oltre 200 persone, tra medici, psicologi e soprattutto donne che sono intervenute.
Molti sono stati i temi affrontati durante le tre sessioni. La prima, che è stata introdotta da una lettura magistrale di Maria Antonietta Nosenzo, vicepresidente di Europa Donna, ha visto gli interventi degli specialisti di Humanitas Gavazzeni: il senologo Ivan Del Prato, il chirurgo Roberto Sacco, l’oncologo Piermario Salvini e la psicologa Anna Coppo, moderati da Roberto Labianca degli Ospedali Riuniti. La seconda sessione, dedicata alle pazienti, ha raccolto il contributo di due realtà del volontariato (gli Amici di Gabry e il Gruppo Più Donna) e di Laura Austoni, psicologa di Bergamo sul nuovo rapporto con la femminilità. La terza sessione ha ospitato un dibattito tra gli operatori sanitari e il pubblico, moderati da Francesca Manenti, giornalista di Bergamo TV.

Le testimonianze dirette
Il momento più coinvolgente del convegno di sabato è stato quello delle testimonianze portate da due donne operate al seno e da un uomo che ha condiviso l’esperienza della moglie; il pubblico ha ascoltato le loro parole con un silenzio commovente e ha applaudito con affetto e calore alla fine di ogni intervento. “Non bastano le cure mediche”, fondamentali sono la chiarezza dell’informazione nei confronti delle donne e l’aiuto e la comprensione dei medici, dei familiari e degli amici. Questo è stato il messaggio fondamentale che è emerso dalle tre storie; in particolare Luisa, malata da quattordici anni, ha raccontato il percorso difficile che vive da molto tempo, fatto di esami, interventi chirurgici, controlli, e scandito da emozioni diverse: il dolore fisico e quello psicologico, l’abbrutimento fisico, la voglia di combattere per sé e per i propri cari, le ricadute e le nuove speranze. “Ma le esigenze più dure danno la vera forza – ha detto Luisa, citando anche S. Agostino “La vita c’è data per crescere e la felicità sta nel continuare a desiderare ciò che si possiede”.

A cura di Francesca Di Fronzo

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