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Parkinson e demenze, verso la medicina personalizzata

04/04/2017

Anche per la malattia di Parkinson, le demenze e le malattie neurodegenerative il futuro delle terapie porta il nome di “medicina personalizzata”. Aver fatto dei passi avanti verso questo tipo di trattamento, e pensare di poter compiutamente tagliare questo traguardo, è stato possibile grazie alla distinzione delle diverse forme delle principali malattie neurologiche degenerative: «Tra le novità più rilevanti in questo campo, se non la più rilevante, c’è proprio la sottotipizzazione di malattie come Alzheimer e demenze o Parkinson, con evidenti ricadute su diagnosi e terapia», aggiunge il professor Alberto Albanese, responsabile di Neurologia dell’ospedale Humanitas.

Il professor Albanese è l’organizzatore di Milano Parkinson, un congresso dedicato agli sviluppi scientifici e agli scenari futuri nelle malattie neurodegenerative. Il prossimo 24 marzo il Centro Congressi di Humanitas (Rozzano) ospiterà la quindicesima edizione del congresso a cui parteciperanno diversi relatori italiani ed europei, oltre agli specialisti dell’ospedale. Il convegno rappresenta un’importante occasione per l’approfondimento scientifico per i medici con specializzazione in neurologia, neurochirurgia, neurofisiopatologia, neuroradiologia e medicina nucleare.

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, verso una nuova terapia grazie a una proteina “anti-tossica”?)

Neurologia di precisione, ogni paziente è un caso a sé

«Verranno illustrati gli aspetti innovativi della gestione della malattia di Parkinson e di altre malattie neurologiche degenerative, in particolare le demenze e la sclerosi laterale amiotrofica, con riferimento, ad esempio, agli aspetti genetici, alle basi genetiche della degenerazione selettiva, alle terapie mediche e chirurgiche e ai loro possibili effetti collaterali, alle terapie con cellule staminali, ai disturbi del controllo degli impulsi», spiega il professor Albanese.

L’indagine e le evidenze acquisite relative agli aspetti genetici hanno permesso di conoscere più a fondo queste patologie: «L’eterogeneità delle malattie neurodegenerative è ormai un dato acquisito. Non possiamo più parlare di malattia di Alzheimer o di Parkinson, o di demenza, al singolare, perché esistono più tipologie di ciascuna di queste malattie. Bisogna tener conto di due tendenze apparentemente contrapposte:da una parte si raggruppano le patologie perché ne riconosciamo i meccanismi causali simili, dall’altra ci muoviamo verso una neurologia di precisione, che riconosce le peculiarità e le esigenze specifiche di ciascun paziente», conclude il professore.

(Per approfondire leggi qui: Parkinson, sono coinvolti anche i batteri intestinali?)

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