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Immunoterapia e cancro, la ricerca verso una migliore scelta dei pazienti da curare

20/04/2017

Il presente della lotta ai tumori e il futuro della ricerca sul cancro. L’immunoterapia è già una realtà nel trattamento di molte forme tumorali e allo stesso tempo è l’ambito su cui i ricercatori di tutto il mondo si stanno concentrando per mettere a punto nuove armi contro queste patologie. Anche in Humanitas, dove l’immunoterapia antitumorale rappresenta un’area di ricerca alla quale si potrà scegliere di destinare i fondi 5×1000. «L’immunoterapia ha rivoluzionato e sta rivoluzionando il panorama del trattamento oncologico con un ambito di applicazione trasversale a varie neoplasie», aggiunge il professor Armando Santoro, direttore del Cancer Center di Humanitas Research Hospital e docente di Humanitas University.

L’immunoterapia ha cambiato il modo in cui si combatte il cancro. Il bersaglio di questa nuova opzione terapeutica è diverso dalle terapie tradizionali: non più le cellule tumorali bensì il sistema immunitario, che viene “armato” per aggredire il tumore. Le nostre difese immunitarie, infatti, in molti casi riescono a controllare ed eliminare la lesione tumorale; altre volte, invece, è il tumore ad avere la meglio e a sfuggire al loro controllo. L’immunoterapia ha come obiettivo l’attivazione dei linfociti T, globuli bianchi che eliminano agenti esterni e cellule anormali. Ma una volta compiuto il proprio dovere queste cellule tendono a disattivarsi. Con la terapia immunologica si cerca, invece, di mantenere i linfociti T sempre attivi.

(Per approfondire leggi qui: Mantovani: “Dall’immunoterapia contributo decisivo contro il melanoma”)

Al momento l’immunoterapia è già entrata nella pratica clinica per il trattamento di diverse neoplasie: «Per tante forme di tumore l’immunoterapia è regolarmente utilizzata, con un tasso di tossicità modesto e la possibilità di conferire una migliore qualità di vita ai pazienti: per i linfomi, e Humanitas è tra i centri che più di altri hanno contribuito a sviluppare la terapia contro questa neoplasia; il melanoma, il tumore al polmone, il tumore della vescica, quello del rene e quelli del distretto testa-collo come il tumore alla laringe e alla faringe. Alcuni risultati molto promettenti sono stati infine ottenuti per il trattamento dell’epatocarcinoma», ricorda il professor Santoro.

Dalle corsie di reparto al laboratorio, quali sono gli ambiti di ricerca sull’immunoterapia?

«La ricerca, trasversale a tantissime patologie oncologiche ed ematologiche, è orientata in due direzioni – risponde il professore. Da un lato si sta cercando di integrare i vari trattamenti immunoterapici, di definire cioè trattamenti con più farmaci e più meccanismi immunologici combinando le molecole sin dalla fase iniziale del loro sviluppo; dall’altro si sta cercando di individuare dei fattori predittivi che ci permettano di selezionare meglio i pazienti da trattare, quelli che probabilmente risponderanno meglio al trattamento di tipo immunoterapico. Un ultimo aspetto su cui la ricerca sta muovendo i primi passi è quello della vaccino-terapia, anche qui con un riferimento trasversale a più forme di tumori, dal mieloma alle leucemie acute», conclude lo specialista.

(Per approfondire leggi qui: Immunoterapia e tumori, testato in Germania un vaccino “universale”)

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