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Oculistica: scatta l’ora dell’Ecolaser

03/07/2011

Un nuovo intervento risparmia-tessuto, rispettoso della forma della cornea. E una diagnostica dinamica che, come una macchina del tempo, è in grado di prevedere l’evoluzione delle malattie dell’occhio. Sono alcune delle principali novità presentate al recente convegno di Oculistica.

Si è tenuto dal 7 al 9 luglio a Principina, in provincia di Grosseto, il primo “Joint International Congress Refr@ctive.online and SICSSO“, che ha unito l’11° edizione di Refractive.online, uno degli appuntamenti più conosciuti ed importanti nel mondo scientifico della chirurgia refrattiva, ideato dal dott. Paolo Vinciguerra, ed il convegno annuale della Società Italiana Cellule Staminali e Superficie Oculare (SICSSO) presieduta dal prof. Vincenzo Sarnicola. Alla realizzazione dell’evento hanno collaborato Cornea Society, Eucornea e ISRS – International Society of Refractive Surgery. Nel corso dell’appuntamento, che ha visto la partecipazione di oltre 50 relatori italiani ed internazionali e ha riunito i più importanti esperti al mondo di Oculistica, si è parlato di cataratta, trapianto di cornea, cellule staminali, chirurgia refrattiva. Tra le principali novità, l’Eco-laser, una nuova diagnostica in grado di prevedere il futuro, ed una speciale cannula (Sarnicola Dalk Cannula) per la chirurgia lamellare del trapianto di cornea.

L’Ecolaser
Un nuovo modo di intervenire sulla cornea, secondo natura, ossia rispettandone al massimo la forma e limitando al minimo l’asportazione di tessuto. “Generalmente – spiega il dott. Paolo Vinciguerra, responsabile di Oculistica dell’Istituto Clinico Humanitas – il difetto visivo del paziente viene corretto per eccesso, affinché dopo il processo biologico di riparazione della cornea (qualche settimana dopo l’intervento) si arriva alla stabilizzazione della visione del paziente, a volte lontana dai desiderata.
Uno studio innovativo effettuato in Humanitas sui pazienti operati, durato 4 anni, ha monitorato l’evoluzione del tessuto corneale dopo intervento, consentendo di stabilire con estrema precisione ed esattezza quanto tessuto serve davvero togliere. Si tratta di uno studio multicentrico che ha coinvolto, oltre all’Italia con Humanitas, Germania, Arabia Saudita e California – USA, condotto su 1.000 casi.
Grazie ad un preciso calcolo diagnostico – e ad un laser che ne tiene conto – si vaporizza con il laser la cornea, rispettandone al massimo la forma, e si definisce matematicamente la curvatura desiderata della cornea stessa. In questo senso si segue il flusso della natura: si limita al massimo l’asportazione di tessuto in modo da ottenere una stabilizzazione più veloce, una visione migliore e una minore infiammazione”.

La nuova diagnostica, una finestra sul futuro
Sono due i macchinari particolarmente innovativi presentati nel corso del convegno, che Humanitas è il primo ospedale al mondo ad utilizzare: una sorta di “macchina del tempo”, capace di prevedere l’evoluzione delle malattie della cornea, ed un macchinario tedesco che permette di valutare la resistenza meccanica dell’occhio e di misurarne la pressione in modo ancora più preciso (fondamentale ad esempio per chi soffre di glaucoma), grazie ad un veloce soffio d’aria e ad una telecamera in grado di produrre 4 mila fotogrammi al secondo.
Questi apparecchi consentono una grande evoluzione della diagnostica: permettono l’uno di definire meglio i fattori di rischio per la chirurgia refrattiva, e l’altro di prevedere l’andamento dei pazienti affetti da malattie gravi come il cheratocono e l’evoluzione dei trattamenti effettuati.

Trapianti di cornea sempre meno invasivi
La chirurgia dei trapianti evolve verso una sempre maggiore mini-invasività. Oggi in molti casi è possibile sostituire solo la parte malata della cornea (trapianti lamellari), riducendo i rischi intra e postoperatori e migliorando prognosi e risultati. Tra le novità presentate al convegno, una cannula disegnata in Italia proprio dal prof Sarnicola, e prodotta in America, per la chirurgia lamellare del trapianto di cornea (Sarnicola Dalk Cannula). Spiega il prof. Sarnicola, primario di Oculistica dell’Ospedale di Grosseto: “Nel trattamento chirurgico del cheratocono e delle cicatrici da cheratite erpetica, questa cannula consente di separare agevolmente la membrana di Descemet (l’endotelio più interno della cornea) dallo stroma corneale. La tecnica chiamata ‘cannula Big-Bubble’ riduce notevolmente l’incidenza del rigetto e, soprattutto, la sua gravità, rendendo questa complicanza sempre curabile”.

A cura della Redazione

 

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