Le articolazioni sono una tipica sede di acciacchi. Ma quando dobbiamo davvero preoccuparci e rivolgerci a un medico per indagare più a fondo le cause dei disturbi articolari? È importantissimo saper descrivere il dolore che avvertiamo: «Il dolore è la prima spia che ci fa bussare alla porta del medico. Guardiamo al punto in cui lo avvertiamo per capire quale articolazione è coinvolta, se una grande articolazione come ginocchio o anca o se è piccola, come quelle di mani o piedi. E guardiamo poi alla durata, da quanto tempo avvertiamo quel dolore, e quali conseguenze ha», spiega il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica dell’ospedale Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano.

Il professor Selmi è stato il primo ospite di “La salute vien parlando”, il nuovo approfondimento di Cuore e Denari, in onda su Radio 24, condotto da Nicoletta Carbone e Debora Rosciani, realizzato in collaborazione con Humanitas. Ogni primo giorno del mese uno specialista parlerà direttamente con le persone da casa di prevenzione e benessere. Febbraio è il mese dedicato alle malattie reumatiche: sul sito di Cuore e Denari continuerà per tutto il mese il dialogo tra il professor Selmi e gli ascoltatori.

Il dolore compromette i gesti quotidiani?

A farla da padrone, quando si parla di disturbi articolari, sono l’artrite e l’artrosi. Come distinguerle? «Il tipo di dolore è diverso: nell’artrosi il dolore accompagna il paziente da diversi anni e diventa nel tempo più intenso mentre nell’artrite il suo esordio è più “brutale” sulla qualità di vita. Il dolore dell’artrosi, poi, peggiora tendenzialmente in inverno. Ancora, il dolore da artrosi è di tipo meccanico, che peggiora con l’utilizzo e il carico sulle articolazioni, l’artrite, invece, si accompagna spesso alla rigidità al risveglio. Se il dolore addirittura ci fa svegliare anzitempo si è probabilmente in presenza di artrite».

Una certa quota di dolore alle articolazioni è fisiologica superati i 50 anni. L’allarme deve suonare quando questo dolore diventa limitante: «Bisogna guardare alla qualità di vita e all’impatto che questi dolori hanno sui gesti di tutti i giorni: riesco ad abbottonarmi la camicia e a mettere la chiave nella toppa senza avvertire dolore? La rigidità mattutina si risolve nel giro di poche ore? Se la risposta è no, allora è necessario procedere con degli accertamenti».

Età e sesso tra fattori di rischio dolori articolari

Proprio l’età è un fattore di rischio non modificabile per l’artrite e l’artrosi, assieme alla familiarità e al genere, con le donne più esposte degli uomini al rischio di malattie reumatiche. Quali sono invece i fattori di rischio modificabili? «Sono quelli che chiamano in causa lo stile di vita e in particolare la postura e il peso: bisogna evitare il sovrappeso che sovraccarica le articolazioni».

(Per approfondire leggi qui: Lo sai che il fitness in acqua riduce il dolore da artrosi?)

Sempre parlando di stili di vita non si può non parlare di sedentarietà e attività fisica: «Il movimento è importantissimo. Un tempo – ricorda il professor Selmi – le malattie reumatiche venivano trattate anche con il riposo, ora non più. Così come si considerava il jogging un fattore di rischio per l’artrosi. Ora non più. La corsa è controindicata solo in caso di alcuni problemi documentati del ginocchio ma non è più vista come una sua possibile causa. Una certa dose di esercizio fisico, a seconda delle condizioni del paziente, è inoltre benefica per le articolazioni compromesse. Ad esempio il nuoto o la bici sono utili in caso di dolori articolari. Così come l’attività fisica è indicata per la prevenzione: la camminata a passo veloce, solo per citare un caso, contro il rischio di osteoporosi», conclude l’esperto.