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Attività fisica, bastano 20 minuti per ridurre l’infiammazione?

06/02/2017

L’attività fisica come un farmaco? Ne basterebbero 20 minuti per avere un effetto antinfiammatorio. Così conclude un lavoro della University of California (Usa) pubblicato su Brain, Behavior and Immunity. Una sola sessione di esercizio fisico moderato può stimolare una risposta cellulare che aiuta a sopprimere l’infiammazione nell’organismo, con un chiaro vantaggio per chi è affetto da malattie infiammatorie croniche come artrite o fibromialgia ma anche per l’obesità.

47 individui hanno partecipato allo studio eseguendo una sessione al tapis roulant con intensità diversa a seconda del loro livello di allenamento. Prima e dopo l’esercizio è stato prelevato e analizzato un campione di sangue. Grazie all’attività fisica – è emerso dall’analisi dei dati – si riduceva del 5% il numero di cellule immunitarie che producono TNF, un regolatore dell’infiammazione locale e sistemica.

Con lo sport si producono meno molecole pro-infiammatorie?

Durante l’esercizio fisico avvengono diversi processi per permettere all’organismo di reggere allo sforzo fisico: aumenta il battito cardiaco e la pressione del sangue, ad esempio, entrambi processi regolati anche dal sistema nervoso simpatico. Inoltre vengono rilasciati nel sangue degli ormoni come l’epinefrina e la norepinefrina che innescano dei recettori presenti sulle cellule immunitarie, recettori che modulano le funzioni cardio-circolatorie e respiratorie. Questo processo determina delle risposte immunologiche che includono la produzione di molte citochine infiammatorie, ovvero proteine, tra cui il TNF.

(Per approfondire leggi qui: Attività fisica, farla solo nel weekend basta?)

La prevenzione non può prescindere dall’attività fisica

Ebbene, dicono i ricercatori, il numero di cellule immunitarie pro-infiammatorie sarebbe leggermente ridotto grazie all’attività fisica: anche 20-30 minuti di camminata a passo veloce potrebbero essere sufficienti. Le quantità di attività fisica che lo studio reputa benefiche coincidono proprio con le linee guida internazionali: sono traguardi realistici, “tempi” da dedicare al movimento decisamente alla portata di tantissime persone, aggiungono i professionisti di Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Tennis e nuoto, chi li pratica vive più a lungo?)

L’attività fisica ha effetto antinfiammatorio e modula uno dei meccanismi di azione coinvolti in tante patologie cronico-degenerative. Non ci riferiamo solo alle malattie infiammatorie a carico di muscoli o articolazioni ma anche alle malattie cardiovascolari, del metabolismo, come il diabete, e anche alle malattie oncologiche.

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