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Cosa lega attività fisica e omocisteina, il carburante delle cellule?

05/10/2016

L’esercizio fisico può aiutare a regolare i livelli di omocisteina, una sostanza utilizzata dalle cellule per la loro attività? Ce ne parlano i professionisti di Humanitas.

Omocisteina è un termine gradevole, suona bene: rimane in mente, e lo hanno imparato in molti. L’omocisteina è un aminoacido, derivato dalla metionina, che le cellule utilizzano come carburante per il proprio funzionamento. I due enzimi che provvedono a metabolizzarla e a renderla utilizzabile dalle cellule sono la MTHFR e la CBS, la prima molto più nota della seconda. Se l’enzima MTHFR è mutato, soprattutto in forma omozigote, può accadere che i livelli di omocisteina nel sangue rimangano elevati nel sangue a lungo, causando un aumento protratto del rischio di eventi cardio e cerebrovascolari.

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Ma non tutti coloro che sono portatori di una mutazione di MTHFR hanno omocisteina alta: per esempio le donne in gravidanza, che assumo integrazione con acido folico, non hanno mai livelli di omocisteina elevati anche quando sono portatrici di una mutazione in forma omozigote della MTHFR.

Per tenere bassi i livelli di omocisteina necessarie vitamine gruppo B

Elevati livelli di omocisteina nel sangue si correlano con un aumentato rischio di andare incontro a malattie cardio e cerebro vascolari da trombosi arteriosa e venosa. Elevati livelli di omocisteina si trovano nei pazienti con Alzheimer, nei pazienti che soffrono di malattie infiammatorie acute o croniche dell’apparato gastrointestinale. L’omocisteina elevata causa infiammazione della parete delle arterie e delle vene, che a sua volta attiva i fattori della coagulazione facilitando la formazione di trombi nel sangue.

Per ridurre i livelli di omocisteina è necessario un apporto sufficiente di vitamine del gruppo B: in particolare B9 e B12, derivate dagli alimenti che ne sono ricchi o dai supplementi vitaminici. Non è ancora stato dimostrato se nel tempo la riduzione dei livelli di omocisteina riduca anche la probabilità di infarto, di ictus cerebrale, di embolia polmonare, di trombosi venosa e arteriosa, come sarebbe logico pensare.

L’attività fisica riduce i livelli di omocisteina?

Si ipotizza che l’attività fisica contribuisca a ridurre i livelli di omocisteina in modo spontaneo: per confermare questa ipotesi è stato eseguito uno studio su uomini e donne di età compresa fra 18 e 50 anni, metà coinvolti in attività fisica intensa e metà in attività fisica moderata, e lo stesso è stato fatto per soggetti di età superiore ai 65 anni, uomini e donne.

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I livelli di omocisteina, folati e B12 è stato misurato nel sangue tramite prelievo eseguito a digiuno dalla mezzanotte. Lo studio ha evidenziato che l’attività fisica riduce i livelli di omocisteina: più attività fisica si correla con minore livello; e ha confermato che persone di genere ed età diversa hanno mediamente un livello di omocisteina diverso. Lo studio dimostra che le vitamine del gruppo B (B9 conosciuta come acido folico e B12) riducono i livelli di omocisteina e che l’attività fisica ha un effetto positivo sui livelli di omocisteina e quindi sul rischio di eventi cardiovascolari.

La ricerca è stata pubblicata su The physician and sportsmedicine.

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