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In Italia quasi 4 ragazzi su 10 sono fumatori, più che in Europa

22/09/2016

In Italia il fumo di sigaretta è diffuso tra gli adolescenti più che nel resto d’Europa. Se nel continente la media è di poco più del 20%, in Italia è quasi il doppio. A certificarlo il Centro europeo per il monitoraggio dipendenza dalle droghe (Espad) che ha diffuso un’indagine che sul consumo di sigarette, alcol e droghe tra gli studenti di 35 Paesi continentali, tra cui 24 Stati dell’Unione europea.

Il campione di riferimento era costituito da 96.043 studenti di 15-16 anni. Per l’Italia la rilevazione dei dati è stata eseguita nel 2015 dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr). Guardando al numero dei “fumatori correnti”, ovvero chi ha riferito di aver fumato negli ultimi 30 giorni, la percentuale degli adolescenti italiani è pari al 37%, un dato maggiore rispetto ai pari età europei e stabile nel tempo. La media europea è infatti del 21% e in molti Stati sono state registrate rilevanti diminuzioni. I 15-16enni che fumano ogni giorno sono il 21% del totale, anche questo un dato stabile negli ultimi 20 anni e tra i più alti in Europa.

(Per approfondire leggi qui: La sigaretta elettronica crea dipendenza?)

Buone notizie invece sul consumo di tabacco in generale: ad aver fumato almeno una volta nella vita è più della metà degli studenti, il 58%. Si tratta di un dato inferiore rispetto a quello del 1995 (64%), comunque più alto della media europea del 46% ma che, almeno in questo caso, non dà il primato al nostro Paese. In aumento, infine, il consumo di cannabis.

Prezzi delle sigarette ancora troppo bassi

Nonostante i dati positivi sul consumo generale di tabacco, con il calo degli adolescenti che hanno fumato almeno una volta nella vita, il fumo resta una consuetudine molto diffusa tra i giovanissimi: «L’impressione è che, sebbene lo Stato sia attivo nel dissuadere i ragazzi dal cominciare a fumare, gli adolescenti possano ancora facilmente accedere al consumo di tabacco. Fin quando i prezzi delle sigarette saranno così bassi sarà possibile acquistarle», sottolinea la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center.

«Alla luce di questi dati sarebbe necessario un maggior impegno a istruire gli adolescenti sui danni del fumo e sugli effetti che questa dipendenza può dare alla salute sin dalla giovane età. Servono misure più forti a cominciare dall’aumento dei prezzi dei prodotti da fumo, e istituzioni più decise, a cominciare dalla famiglia e dalla scuola. Il messaggio da far passare chiaramente dev’essere che fumare fa male e che smettere è possibile. A questo scopo, ricordiamolo, esistono strutture dedicate, i Centri Antifumo, impegnate nell’assistenza delle persone che vogliono chiudere per sempre con le sigarette», conclude la specialista.

(Per approfondire leggi qui: Fumo, la prima sigaretta arriva se scuola e famiglia sono assenti)

Binge drinking ancora piuttosto diffuso

Una tendenza virtuosa è stata registrata infine per il consumo di alcol. Sebbene resti elevato tra gli adolescenti europei, è diminuito tanto quello occasionale che quello corrente. Il fenomeno del “binge drinking” (almeno 5 alcolici in una sola occasione) è in calo tra il 2011 e il 2015 anche se 1 studente su 3 ha riferito di averlo praticato nell’ultimo mese. In Italia l’84% degli studenti ha detto di aver bevuto alcolici almeno una volta nella vita: nel 2007 era il 90%. Il consumo corrente di alcolici ha interessato invece il 57%, per la prima volta in calo dal 2003 (63%).

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