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Dieta e sedentarietà. Gli esami che ti dicono se cambiare stile di vita

29/08/2016

Semplici, ma non banali, esami del sangue possono emettere questo verdetto: bisogna cambiare stile di vita. Sono esami da laboratorio che possono essere prescritti per un semplice check up o quando c’è già il sospetto che qualcosa possa non andare. Livello dei trigliceridi, dell’omocisteina e dell’acido urico, tutti parametri che ci dicono se stiamo mangiando bene o male: «Le analisi di laboratorio ci dicono come sta funzionando l’organismo e in che stato sono i diversi apparati: ad esempio guardare il livello dei trigliceridi ci dice la qualità e il tipo di cibi che privilegiamo», spiega il dottor Roberto Colombo, coordinatore dei laboratori di analisi di Humanitas.

«I trigliceridi sono grassi che derivano dall’alimentazione, in particolare se si consumano grassi animali. Se i valori sono superiori a 170 mg/dl il sospetto è che la persona sia un forte mangiatore di insaccati, carni rosse; se invece sono su 65/70 la persona mangia tantissime verdure», sottolinea lo specialista.

(Per approfondire leggi qui: Trigliceridi alti in menopausa, aumenta il rischio di frattura?)

«Se il livello dei grassi del sangue (colesterolo e trigliceridi) è ridotto posso dedurre un’alimentazione ricca di pesce azzurro (sgombri, sardine, tonno, salmone). Questi alimenti contengono omega 3, grassi molto importanti per i nostri metabolismi. Gli omega 3 non vengono prodotti dal nostro organismo e quindi dobbiamo introdurli con la dieta; il pesce azzurro è l’alimento che più ne contiene».

Quali sono gli effetti benefici degli omega3? «Abbassano il colesterolo (non a tutti) e i trigliceridi (a quasi tutti). Sono messaggeri positivi per il funzionamento di tre sistemi del nostro organismo che ci mantengono giovani: il sistema nervoso, il sistema immunitario, il sistema endocrino».

(Per approfondire leggi qui: Il colesterolo? Non si abbassa misurandolo…)

Utile l’esame per valutare il livello di acido urico

«Carni rosse e frattaglie, troppi grassi animali: l’acido urico ematico è alto se lo è il consumo di questi alimenti. In questo modo il rischio di infiammazione è maggiore».

E ancora il livello di omocisteina: «È un aminoacido indice del rischio cardiovascolare. Il suo valore si aggiunge agli indicatori di rischio tradizionali (fumo, colesterolo, diabete, ipertensione). Se il dosaggio nel sangue risulta alto, significa che il consumo di verdure è scarso».

Con il grasso addominale aumentato si possono infine trovare le transaminasi GPT/ALT elevate: «Queste analisi possono evidenziare una sofferenza delle cellule del fegato determinata da steatosi che popolarmente è chiamata “fegato grasso”. Si tratta della malattia del fegato più diffusa fra gli italiani e che spesso si associa al sovrappeso. Oltre alla dieta, per disintossicare il fegato si può impiegare il cardo mariano (parente povero del carciofo) e l’insalata che cresce spontanea nei campi, il tarrassaco».

Quando sottoporsi a questi esami?

«L’indicazione generale è di eseguire questi esami almeno annualmente. Se invece si hanno malattie del metabolismo la frequenze è maggiore. Un medico attento controlla con sospetto l’aumento di peso, e può indagare richiedendo questi esami. Se i valori sono alterati allora bisogna cambiare stili di vita, correggere l’alimentazione e cominciare a muoversi di più. La formula magica da seguire è 5-30-200: 5 porzioni di verdura al giorno; 30 minuti di camminata al giorno; 200 di colesterolo», conclude il dottor Colombo.

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