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Non conta solo “cosa” ma anche “quando” si mangia?

11/07/2016

Molte linee guida si soffermano su “cosa” mangiare: quali alimenti consumare e quali nutrienti assumere, ma solo in pochi casi si soffermano su “quando” mangiare nel corso della giornata, su quale debba essere il pasto con il maggior carico di energia e se distribuire equamente l’apporto calorico nella giornata. Sono necessarie ulteriori ricerche prima di dare indicazioni su questi aspetti ma un dato è certo: conta non solo cosa mettiamo in tavola ma anche il momento in cui ci mettiamo a tavola.

Di crono-nutrizione e metabolismo si sono occupati ricercatori provenienti, tra gli altri, dal King’s College London (Regno Unito) in due studi pubblicati su Proceedings of the Nutrition Society con cui vengono rivisti gli studi già pubblicati sul tema. Qual è l’impatto della crono-nutrizione sulla salute pubblica, in particolare se si considera il cambio delle abitudini che portano le persone a mangiare secondo orari non dettati dal loro orologio biologico ma dal loro “orologio sociale”? Questa discrepanza tra orologio interno e sociale è stata collegata a un maggior rischio di obesità e malattie del metabolismo.

L’irregolarità nell’orario dei pasti può incidere sul metabolismo

Pasti saltati o consumati a orari non consueti, spesso fuori casa: mangiare senza rispettare una certa regolarità può avere un impatto sui nostri ritmi circadiani, tarati sulle 24 ore. Molti processi metabolici associati alla nutrizione, dall’appetito alla digestione al metabolismo di grassi e glucosio, seguono questi ritmi. Si tratta di un rapporto a doppio filo: il nostro orologio “centrale”, regolato dall’alternarsi di luce e buio, a sua volta può avere effetto sulla nutrizione e questa può influenzare i nostri orologi interni, in particolare in organi come fegato e intestino.

(Per approfondire leggi qui: Obesità e diabete, meno casi nei quartieri “amici” dei pedoni)

Gli studi hanno rilevato inoltre che il lavoro su turni è associato a un maggior rischio di sindrome metabolica, cancro e malattie cardiovascolari e che donne sovrappeso od obese che assumevano più calorie al mattino hanno beneficiato di una perdita di peso maggiore.

«Si tratta di due studi che, pur con il margine d’errore legato al fatto di non essere stati condotti su un grande numero di persone, evidenziano l’importanza della crono-nutrizione. L’irregolarità nei pasti (mangiare ad ore diverse di giorno in giorno) e la distribuzione delle calorie giornaliere secondo una schema considerato errato (molte calorie a cena, meno la mattina e a pranzo) può portare a un aumento della secrezione insulinica (causa di molte malattie, dall’ipertensione arteriosa al diabete ad alcune forme di tumore) e ad un aumento di peso», spiega il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas.

Crono-nutrizione importante ma non è l’arma principale per prevenire problemi di peso

«Tutto vero ma è importante sottolineare due cose. Spesso l’irregolarità nei pasti è la conseguenza degli orari di lavoro: ovvio non possiamo chiedere alle persone di fare cose impossibili, come pretendere pause pranzo se non presenti nel contratto o cambiare lavoro. Inoltre il controllo del peso risiede prima di tutto nella coscienza del valore calorico degli alimenti e poi nell’attenzione al movimento. In pratica è inutile che una persona abbia una distribuzione oraria perfetta delle calorie quando poi dovesse mangiare cibi poco sani o non fare movimento: la cosiddetta crono-nutrizione – conclude – ha una sua importanza ma non è di sicuro la prima arma da utilizzare nella prevenzione dei problemi di peso».

(Per approfondire leggi qui: Ogni giorno sulla bilancia e porzioni ridotte: così si previene l’obesità)

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