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Malattia di Alzheimer, dove sta andando la ricerca?

30/03/2016

Le malattie neurodegenerative sono da tempo nel mirino dei ricercatori. Ma in che direzione sta andando la ricerca sulla malattia di Alzheimer? L’abbiamo chiesto al professore Alberto Albanese, responsabile di Neurologia dell’ospedale Humanitas.

«La ricerca sull’Alzheimer si sta dirigendo verso due direzioni. Da una parte si sta cercando di bloccare l’accumulo di proteine che causano i danni nel cervello, ad esempio attraverso l’uso di anticorpi specifici che si legano alle proteine mal ripiegate e che quindi aiutano a smaltirle. Dall’altro si cerca di evitare che le proteine si denaturino in modo tale da accumularsi ed essere riconosciute come corpi estranei. Si cerca quindi di mantenere il processo naturale di creazione e smantellamento delle proteine nell’ambito delle cellule nervose».

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, in Italia colpiti in 600mila. Malati sempre più anziani)

«Da alcuni anni – aggiunge lo specialista – abbiamo a disposizione delle cure sintomatiche che aiutano il paziente ma ancora non riusciamo né a rallentare ne a fermare la malattia. Conosciamo però il modo in cui questa malattia si genera nel cervello e dei meccanismi fondamentali che causano l’accumulo di alcune proteine che nell’Alzheimer prediligono le aree della memoria e del ragionamento».

Le malattie neurodegenerative sono una delle aree alle quali si stanno dedicando i ricercatori di Humanitas. La loro attività può essere sostenuta destinando il 5×1000 all’ospedale nella propria dichiarazione dei redditi.

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, dal caffè un aiuto contro demenza e declino cognitivo?)

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