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Super batteri, la resistenza agli antibiotici fa tremare l’Europa

15/02/2016

Antibiotici inefficaci e batteri invincibili. La resistenza agli antibiotici è in aumento e resta un serio problema per la sanità pubblica europea. Preoccupano i nuovi dati dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici, cioè trasmessi da animali ad esseri umani, animali e alimenti.

Il problema della resistenza ai trattamenti farmacologici non riguarda solo l’uomo ma anche gli animali da allevamento. L’allarme interessa in particolare l’Europa dell’Est e quella mediterranea, Italia compresa. “Ogni anno nell’Unione europea le infezioni provocate dalla resistenza agli antimicrobici causano circa 25mila morti”, ha detto Vytenis Andriukaitis, il commissario Ue alla salute.

Tra i “super batteri” ci sono la Salmonella, l’Escherichia Coli e il Campylobacter, il batterio responsabile della campilobatteriosi, l’infezione gastrointestinale di origine alimentare più diffusa in Europa. Nel report delle autorità europee è stata rilevata in particolare la resistenza alla ciprofloxacina, un antibiotico usato nella terapia delle infezioni umane proprio come la campilobatteriosi.

(Per approfondire leggi qui: Malaria, la resistenza ai farmaci è colpa di un gene)

Resistente a questo farmaco anche il batterio responsabile della Salmonellosi. Inoltre alcuni ceppi della Salmonella hanno sviluppato resistenza a più classi di antibiotici contemporaneamente (resistenza multipla). Le evidenze sulla crescente inefficacia della ciprofloxacina sono preoccupanti perché significa che questo farmaco come ultima risorsa potrebbe presto non essere più efficace per il trattamento di infezioni gravi causate da Salmonella, riferisce l’Ecdc.

Italia tra Paesi peggiori per livelli di antibiotico-resistenza

E in Italia? Di resistenza agli antibiotici si è parlato nel corso di un convegno patrocinato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità. “La resistenza agli antibiotici è un problema allarmante, potenzialmente drammatico, perché cominciamo ad avere pazienti resistenti a quasi tutti gli antibiotici e questo significa non avere più strumenti per curarli”, ha detto Walter Ricciardi, presidente dell’istituto. Secondo l’Istituto superiore di sanità, in Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa e quasi sempre al di sopra della media europea.

(Per approfondire leggi qui: Gonorrea, in Inghilterra epidemia con ceppo resistente ad antibiotici)

«I batteri diventano resistenti principalmente a causa di due motivi: per acquisizione genomica della resistenza, processo difficile da controllare, o per pressione selettiva legata all’impiego degli antibiotici. Il loro uso improprio in alcuni casi è associato a un controllo non ottimale del processo infettivo con il rischio quindi di indurre la selezione di ceppi resistenti. Gli antibiotici vanno impiegati solo quando effettivamente necessari. Andrebbero usate possibilmente molecole con spettro antibatterico limitato e mirato all’isolamento microbico. Inoltre andrebbero usati per un periodo limitato», spiega la dottoressa Paola Morelli, medico infettivologo dell’ospedale Humanitas.

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