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Niente più patente di guida per chi soffre di apnee notturne

18/01/2016

Chi soffre di apnee notturne non potrà più guidare. Potrà farlo solo se questo disturbo sarà trattato in maniera adeguata e la sonnolenza diurna migliorerà. L’ha deciso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con un decreto del 22 dicembre 2015 pubblicato in Gazzetta Ufficiale che ha recepito una direttiva europea.

La sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS), classificabile come un disturbo del sonno, può infatti causare dei colpi di sonno alla guida, un vero e proprio pericolo per la sicurezza stradale pubblica. Qualche anno fa l’Aci stimava un rischio di provocare un incidente stradale maggiore fino a sette volte per le persone interessate da questa condizione.

“La patente di guida – si legge nel decreto ministeriale – non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte”.

Rilevante, però, il trattamento della sindrome delle apnee notturne

“La commissione medica locale può autorizzare alla guida i soggetti affetti da sindrome da apnee ostruttive notturne moderate o gravi che dimostrino un adeguato controllo della sintomatologia presentata con relativo miglioramento della sonnolenza diurna, se del caso confermato da parere specialistico di strutture pubbliche”, specifica il ministero.

(Per approfondire leggi qui: Colpi di sonno in auto, colpa delle apnee notturne)

Ma cosa si intende per “apnee notturne”? «L’apnea è un’interruzione non consapevole della normale respirazione e comporta un sonno poco riposante. Durante l’apnea vi è infatti un risveglio cerebrale non consapevole e un sovraccarico cardiaco perché il cuore deve aumentare il proprio lavoro per garantire apporto di ossigeno in periferia. Al sonno poco riposante corrisponde un aumento della stanchezza diurna che può essere un fattore limitante le proprie performance intellettive», spiega il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra dell’ospedale Humanitas.

Quali sono i trattamenti per la sindrome delle apnee ostruttive del sonno?

«Nell’immediato, in particolare nei soggetti con OSAS di grado grave o severo, nonché dei pazienti con apnee centrali – aggiunge – l’unica soluzione è la C-PAP, un’apparecchiatura che spinge ossigeno a pressione positiva nelle alte vie aeree impedendone il collabimento e quindi l’apnea».

(Per approfondire leggi qui: Dormi male? Forse è colpa di una malattia)

Con quali conseguenze? «Il paziente è protetto fin da subito dalle situazioni sfavorevoli correlate al disturbo del sonno e può proiettarsi nel futuro prendendosi il tempo di lavorare sul peso corporeo e sull’aumento dell’attività fisica (aerobica), e acquisendo un nuovo stile di vita», conclude lo specialista.

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