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Ictus, il 70% dei giovani adulti ignora i sintomi. Come riconoscerlo?

20/01/2016

Ictus sconosciuto alla maggioranza dei giovani adulti. Ben 3 persone su 4, il 73% per la precisione, non è in grado di riconoscere i suoi sintomi. È la conclusione di un sondaggio nazionale condotto negli Stati Uniti dal Ronald Reagan Ucla Medical Center.

Gli adulti con meno di 45 anni di età sottovaluterebbero dunque i sintomi tipici dell’ictus e, pertanto, non chiamerebbero subito i soccorsi. Ma invece proprio un intervento tempestivo può salvare la vita alla persona colpita o evitare gravi conseguenze: “La tempestività è probabilmente più importante per l’ictus che per qualsiasi altro problema di salute”, dice uno degli autori dello studio.

(Per approfondire leggi qui: Ictus, più rischi per chi dorme troppo?)

Come riferisce il ministero della Salute l’ictus rappresenta in Italia la terza causa di morte dopo le malattie ischemiche del cuore e il cancro. Causa il 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la prima causa di invalidità. Tra le persone colpite solo il 25% guarisce completamente mentre il 75% sopravvive con qualche forma di disabilità. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni ma la sua prevalenza raddoppia successivamente a ogni decade.

Ma quali sono i campanelli d’allarme dell’ictus?

«I sintomi sono un improvviso disturbo della vista, un’improvvisa debolezza a un arto, difficoltà a comprendere quanto viene detto o ad articolare correttamente la parola, un disturbo sensitivo, una sorta di intorpidimento e l’incapacità di riconoscere gli stimoli esercitati sulla parte destra o sinistra del corpo», risponde la dottoressa Simona Marcheselli, responsabile dell’Unità operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit dell’ospedale Humanitas.

Ictus ischemico, emorragico e attacchi ischemici transitori hanno gli stessi sintomi?

«I sintomi sono gli stessi e non è detto che debbano manifestarsi tutti contemporaneamente. I sintomi dell’attacco ischemico transitorio regrediscono nel giro di un’ora», aggiunge la specialista.

(Per approfondire leggi qui: Ictus, con la prevenzione evitabile il 50% dei casi)

Uno degli autori dello studio parla delle prime 3 ore dopo i primi sintomi come di una “finestra d’oro”, l’arco temporale in cui intervenire immediatamente per contenere, del tutto o in parte, i danni causati dall’ictus: «La finestra terapeutica può arrivare anche a 4 ore e mezzo. Se si deve intervenire con trattamenti non farmacologici, quest’arco temporale può allargarsi fino a 6 ore».

«La cosa fondamentale è che ai primi sintomi si raggiunga prontamente l’ospedale più vicino dotato di Stroke Unit», conclude la dottoressa Marcheselli.

(Per approfondire leggi qui: L’inquinamento fa “restringere” il cervello?)

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