Salute riproduttiva femminile a rischio a causa di fumo e fumo passivo. La menopausa arriverebbe anzitempo, prima dei 50 anni, e la fertilità ne risentirebbe. È la conclusione di un ampio studio realizzato da ricercatori del Roswell Park Cancer Institute (Stati Uniti).

Lo studio ha esaminato i dati relativi a oltre 93mila donne in postmenopausa, fra i 50 e i 79 anni d’età, ed è stato pubblicato sulla rivista Tobacco Control. In particolare la menopausa sorgerebbe da 1 a 2 anni prima nelle donne che hanno fumato o che sono state esposte al fumo passivo rispetto a chi dal fumo è stato al riparo.

In media chi aveva cominciato a fumare prima dei 15 anni è entrata in menopausa quasi con 22 mesi d’anticipo mentre tra chi ha fumato almeno 25 sigarette al giorno l’arrivo della menopausa è stato di 18 mesi prima. In generale alle fumatrici o ex fumatrici è stato associato un rischio di menopausa precoce maggiore del 26% e di infertilità (intesa come difficoltà a concepire) maggiore del 14%.

(Per approfondire leggi qui: Infertilità, la prevenzione parte da giovani)

Sotto accusa anche il fumo passivo

Le donne che hanno vissuto, da bambine, almeno 10 anni con un fumatore o almeno 20 con un partner tabagista o che hanno lavorato 10 anni o più con colleghi fumatori, sono entrate in menopausa con 13 mesi d’anticipo. Inoltre a queste donne è stato associato un rischio di infertilità maggiore del 18%.

«Sono note da tempo le conseguenze negative del fumo sulla salute, in particolare sull’andamento della gravidanza e sulla salute del feto, ma sono ancora pochi gli studi sugli effetti nocivi del fumo sulla funzione riproduttiva e sulla procreazione», dice la dottoressa Annamaria Baggiani, responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e Procreazione Medicalmente Assistita di Humanitas Fertility Center.

(Per approfondire leggi qui: Smettere di fumare prima della gravidanza)

«Nel 2012 – continua – è stato pubblicato su Fertility e Sterility un documento su questo tema dai membri del Practice Committee dell’American Society of Reproductive Medicine. La conclusione dello studio promuove il valore di un approccio preventivo alla sterilità scoraggiando il fumo e contribuendo a eliminare l’esposizione al fumo di tabacco sia per gli uomini che per le donne. Infatti il fumo sembra accelerare la diminuzione della funzione riproduttiva e può anticipare il periodo della menopausa da 1 a 4 anni. I dati biologici, sperimentali ed epidemiologici indicano che la causa dell’infertilità può essere attribuibile al fumo di sigaretta fino al 13%».

Perché il fumo è un pericolo per la fertilità?

«Uno dei possibili meccanismi attraverso i quali il fumo può influenzare negativamente la fecondità e la capacità riproduttiva è che il genoma dell’ovocita (così come quello dello spermatozoo) è molto sensibile agli effetti delle sostanze liberate dal fumo di sigaretta, che vi determinano mutazioni dei geni e la formazione di ovociti diploidi».

«Anche il fumo passivo riduce le probabilità di concepimento e ritarda il conseguimento della gravidanza, anche se gli effetti sulla riproduzione sono inferiori a quelli osservati nei fumatori. In particolare si è osservato che nelle giovani donne che fumano, i livelli di FSH (ormone follicolo-stimolante) basale sono del 66% più alti rispetto alle non fumatrici e del 39% più alti rispetto alle fumatrici passive. Inoltre, nell’ambito della procreazione medico-assistita, la percentuale media di successo per ciclo nelle fumatrici, sia attive che passive, è circa la metà rispetto alle non-fumatrici. Se consideriamo che il consumo delle sigarette è molto aumentato proprio nel sesso femminile e che è particolarmente nell’età giovanile che viene acquisita l’abitudine al tabagismo – conclude la dottoressa – è evidente invece, la necessità di un’adeguata informazione alle donne, particolarmente quelle più giovani».