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Cancro, solo 1 paziente su 4 riferisce effetti collaterali delle terapie

14/12/2015

Tra i pazienti colpiti da tumore solo 1 su 4 chiede aiuto agli specialisti per alleviare gli effetti collaterali della terapia oncologica. L’indicazione arriva da un sondaggio diffuso dalla Fondazione Insieme contro il Cancro nel corso del convegno “Qualità di vita del Paziente oncologico: Alimentazione e Nuove terapie”.

I dati si riferiscono a oltre 400 pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di tumore. Di questi, se appena il 24% si rivolge ai medici per gli effetti collaterali dovuti a chemio e radioterapia e alle terapie biologiche, ben il 43% si rifugia nell’autotrattamento e il 25% preferisce rivolgersi a un familiare o a un conoscente. Come sottolinea la Fondazione Insieme contro il Cancro, sebbene le cure oncologiche siano sempre meno invasive, 8 pazienti su 10 lamentano ancora effetti collaterali.

L’obiettivo è assicurare una buona qualità di vita ai pazienti sia durante i trattamenti oncologici che dopo. Sui rimedi contro gli effetti collaterali la ricerca scientifica ha indicato anche l’uso di probiotici, “un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche”, ha detto il professor Francesco Cognetti presidente della fondazione.

Quali sono i principali effetti collaterali delle terapie oncologiche?

«Gli effetti collaterali dipendono dal tipo di terapia che viene eseguita e dalle dosi di farmaci impiegati nei trattamenti. I più frequenti sono nausea e vomito, riferiti da un quarto dei pazienti, ma anche diarrea e infiammazioni del cavo orale», spiega la dottoressa Elena Lorenzi, oncologa dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: L’agopuntura contro la nausea da chemioterapia)

In alcuni casi si può risentire degli effetti collaterali anche nel lungo periodo, «in particolare – sottolinea la specialista – il trattamento oncologico può essere associato a un aumento di rischio cardiovascolare e dunque a un’aumentata mortalità per eventi cardiovascolari avversi».

Che conseguenze hanno questi effetti collaterali sulle terapie?

«In base all’entità degli effetti collaterali, pensiamo ad esempio agli episodi di vomito, si potrebbe ridefinire la periodicità dei trattamenti, rinviare ad esempio di qualche giorno le sedute di terapia, o si potrebbe ridurre il dosaggio dei farmaci», risponde l’esperta.

Il consiglio finale è sempre quello di rivolgersi agli specialisti: «É fondamentale che i pazienti riferiscano immediatamente questi effetti, senza ritardo. Questo perché – conclude la dottoressa Lorenzi – nella stragrande maggioranza di casi è possibile controllare e minimizzare gli effetti delle terapie».

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