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Tumore al seno, in aumento i casi nelle under 50: screening da rivedere?

23/11/2015

Più casi di tumore al seno fra le under 50. Dal 2000 a oggi è aumentato il numero di tumori al seno diagnosticati nelle donne sotto i 50 anni di età: si è passati, infatti, da 7.921 a 10.105 casi. È evidente pertanto la necessità di rivedere i programmi di screening e di accesso alla mammografia per le donne più giovani. L’appello è stato lanciato dagli oncologi riuniti nell’International Meeting on New Drugs in Breast Cancer a Roma.

Un’indicazione che il dottor Corrado Tinterri, direttore della Breast Unit dell’ospedale Humanitas, sottoscrive: «Il dato dell’aumento dei casi di tumore al seno nelle under 50 è noto ormai da 6-7 anni. È importante dunque incrementare l’attività di osservazione e di screening sulle pazienti più giovani e più a rischio».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, imparare la cultura della prevenzione fin da giovani)

Oggi i programmi di screening prevedono il coinvolgimento delle donne dai 50 ai 69 anni. Come riferisce l’Osservatorio nazionale Screening, anche se il numero delle donne invitate a sottoporsi a mammografia è aumentato nel biennio 2011-12 rispetto al precedente, quelle che hanno aderito all’invito sono poco più della metà (il 57% nel 2013). Occorre perciò sensibilizzare le donne ad aderire al programma di screening: è noto da decenni che la mammografia ha contribuito a ridurre la mortalità per tumore al seno, il più diagnosticato e la prima causa di morte per tumore fra le donne anche nelle under 50.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, la diagnosi precoce è ok)

I tassi di sopravvivenza per il tumore al seno sono in costante aumento

In Italia solo in due Regioni, Emilia-Romagna e Piemonte, si sono estesi gli inviti alle donne sotto i 50 anni: «L’età del primo esame dovrebbe essere abbassata su tutto il territorio nazionale a 45 anni. Ma da solo questo strumento non basta», continua il dottor Tinterri. «Bisogna individuare le donne ancora più giovani a maggior rischio, come ad esempio quelle che presentano casi di tumore al seno in famiglia. Queste donne – conclude – dovrebbero essere indirizzate dal senologo per visite di valutazione del rischio e indirizzate a uno specifico programma di prevenzione clinico strutturale, in particolare se esiste la probabilità di una mutazione genetica».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, Ilaria D’Amico: “Non trascurate la prevenzione”)

Prevenzione primaria, informazione, attenzione agli stili di vita e diagnosi precoce possono contribuire a migliorare i tassi di guarigione relativi al tumore al seno, in costante aumento dal 1990 e oggi fermi all’87%.

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