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Udito, ecco i consigli per proteggersi dal “mal di rumore”

29/10/2015

Troppo rumore mette a dura prova l’udito di chi vive nelle grandi città. Un terzo della popolazione mondiale è infatti bombardata da un eccesso di decibel, e l’Italia non è esclusa: Napoli è la seconda città più chiassosa al mondo dopo New York e Los Angeles. La graduatoria fa parte del Consensus Paper “Coping with Noise” realizzato da Amplifon.

Il punto di partenza è stata un’indagine GfK Eurisko condotta su 8800 persone di 11 Paesi e i recenti studi scientifici sull’argomento. Gli Stati Uniti sono la prima vittima del frastuono: il 16% degli americani convive con il troppo rumore. Al secondo posto l’Italia (10%) e poi Francia, Gran Bretagna e Portogallo (7%), Paesi Bassi e Nuova Zelanda (4%) e Germania (2%). Tra le città italiane Napoli stacca gli altri grandi centri come Roma, Milano e Torino.

Ma quali sono gli effetti sulla salute? Secondo il dossier, i troppi decibel possono aumentare di circa il 30% la probabilità di avvertire un disturbo uditivo, contribuendo inoltre all’insorgenza di disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa.

Oltre un miliardo di persone a rischio perdita d’udito

Tra i più esposti i giovani che ascoltano la musica ad alto volume. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sono oltre un miliardo gli adolescenti e i giovani adulti a rischio di perdita d’udito. Quali sono le fonti di rumore? Strade trafficate, conversazioni tra le persone, musica di sottofondo e trasporto pubblico.

Anche il posto di lavoro deve essere a prova d’orecchio. Ancora l’Oms raccomanda che il livello massimo di rumore al lavoro non superi gli 85 decibel, già molto considerando che in una discoteca o ad un concerto rock il rumore raggiunge i 100 decibel.

Quali precauzioni prendere per difendere l’udito dal troppo rumore? Ecco i consigli del dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra dell’ospedale Humanitas:

Certamente l’esposizione a rumori eccessivi può danneggiare precocemente il nostro udito, ma il vero rischio consiste nell’esposizione prolungata al rumore, che diventa abitudinaria nella grande città, dove si può osservare un’insorgenza più precoce di presbiacusie rispetto alle comunità rurali.

“Pause silenzio” per ripararsi dal troppo rumore

La stessa Oms sottolinea in modo deciso il rischio di danno uditivo per esposizione di otto ore a rumori vicino agli 80 dB, insomma il rumore di una città trafficata come Milano.

(Per approfondire leggi qui: Otite esterna, attenzione ai cotton fioc e ai bagni in mare e piscina)

Altro atteggiamento rischioso, e doveroso da correggere, perché interessa prevalentemente i più giovani, è l’ascolto in cuffia di musica ad alto volume. Meraviglioso accompagnare le nostre giornata e la nostra vita con un sottofondo musicale, ma che sia un sottofondo non troppo invadente in termine di decibel. E se proprio si sente la necessità di isolarci con l’ascolto di musica in cuffia, meglio sostituire l’auricolare con cuffie esterne, capaci di erogare il suono in modo più delicato, meno diretto e traumatico sul nostro timpano e, per altro, a parità di decibel emessi, certamente più pulito dal rumore del device stesso. Seguire la regola del 60/60 può essere un buon suggerimento, ovvero ascoltate musica a non oltre il 60% del volume massimo e per non oltre 60 minuti alla volta. Un break per il nostro apparato uditivo è utile tanto quanto la pausa caffè al nostro fisico, alla nostra testa e al nostro umore nel corso delle giornate lavorative.

(Per approfondire leggi qui: Auricolari e cuffie fanno male alle nostre orecchie)

La musica può diventare nostra nemica se ascoltata a decibel troppo elevati e ancora di più se alla musica si aggiungono i decibel del rumore di sottofondo in un locale affollato. Anche in questo caso una pausa di silenzio con la scusa di una boccata di aria fresca può essere salvifica insieme ad un po’ di strategia nell’evitare la scelta di posti troppo vicini all’emissione delle fonte sonore. Soprattutto nei paesi del nord Europa si sta diffondendo la cultura delle pause da inquinamento acustico. Locali dove si può godere del “rumore” del silenzio, che andrebbe ricercato con forza appena possibile magari sfruttando la bellezza naturalistica di un parco, protetti dalla barriera naturale degli alberi, immergendoci nelle campagne, passeggiando in montagna o in riva al mare.

L’udito si preserva anche smettendo di fumare

Anche nelle nostre abitazioni, là dove sia possibile bisognerebbe realizzare estemporanei ambienti protetti, security room dove si possano percepire i cosiddetti “white noise”, i rumori bianchi o “rumori non rumori”, suoni quasi impercettibili caratterizzati da bassissime onde sonore. Questi rumori particolari catturano l’attenzione inconscia per distrarre la mente dai rumori più fastidiosi che impediscono il relax. Rumori bianchi sono ad esempio lo stormire delle fronde, il suono dell’acqua di un ruscello o le onde che si frangono.

(Per approfondire leggi qui: Mal d’orecchio, attenti ai rimedi naturali)

Non tutti godiamo della fortuna di poter aprire la finestra del soggiorno e sentire la danza del fogliame accarezzato dal vento. E allora, se sono solo i cavalli delle auto a saturare l’aria che respiriamo, aumentando il livello dei decibel si può ricorrere ai ‘musician ear-plugs’ , moderni tappi auricolari, in grado di isolare completamente dall’esterno riducendo i decibel senza però intervenire sullo spettro delle frequenze, ovvero mettendoci nelle condizioni di sentire tutto, ma a un livello accettabile.

Secondo gli esperti dell’American Medical Association, anche la cura del nostro fisico protegge l’udito rallentandone l’invecchiamento. Smettere di fumare, ridurre il consumo di alcool oltre che l’attitudine ad una diete sana, e aumentare l’attività fisica proteggerebbe le nostre cellule ciliate migliorando la microcircolazione e quindi la loro ossigenazione.

Dieta ricca di folati ed esercizio fisico per la salute dell’apparato uditivo

Dal punto di vista alimentare, l’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation, sottolinea come un dieta ricca di folati e sali di acido folico preserverebbe l’udito (uova, cereali integrali, legumi, spinaci, broccoli e insalata sono gli alimenti più ricchi di queste sostanze).

E’ una piccola divagazione sul tema del precoce invecchiamento dell’udito associata all’esposizione al rumore, ma è importante sottolineare come questi micronutrienti manterrebbero bassi i livelli nel sangue di omocisteina, un metabolita della coagulazione. Se elevato, questo metabolita può essere correlato anche a una mutazione genetica e rappresenta uno dei fattori di rischio tromboembolici. Il rischio che si formino trombi o emboli è da scongiurare dal momento che, per le particolari caratteristiche dell’orecchio interno e del suo circolo ematico, un vaso trombizzato può comportare la morte di cellule altamente specializzate e non riproducibile dal nostro organismo. Quindi si può determinare un deficit uditivo zonale persistente.

(Per approfondire leggi qui: Trombosi, più prevenzione significa meno flebiti, meno embolia)

Infine l’esercizio fisico ha un ruolo fondamentale nella circolazione del sangue, favorendo la metabolizzazione di zuccheri e lipidi ed evitandone l’accumulo a livello dei vasi sanguigni. Anche attraverso questo meccanismo si contiene il rischio di formazione di trombi e coaguli. E quando il sangue circola meglio, l’apporto d’ossigeno e nutrimento alle cellule nervose dell’orecchio interno è più efficace.

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