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Sindrome da crepacuore, una malattia pericolosa quanto l’infarto

07/10/2015

Chi è colpito da “crepacuore” può subire le stesse conseguenze di un infarto. La sindrome da crepacuore infatti non è una malattia benigna come si è pensato finora, ma può portare al decesso. È questa la conclusione di una ricerca internazionale condotta da diversi centri tra cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli di Roma. Il tasso di mortalità della sindrome da crepacuore può raggiungere quello dei pazienti ricoverati per infarto, pari al 5%.

La sindrome da crepacuore è nota anche come sindrome di takotsubo: dalle immagini diagnostiche dei pazienti colpiti, il cuore mostra una forma alterata, come un palloncino, simile al vaso (tsubo) che i giapponesi usano per raccogliere i polipi (tako). Ma la sindrome è nota anche come cardiomiopatia da stress, una definizione che dice qualcosa in più su questa patologia: la sindrome da crepacuore è una manifestazione clinica ben descritta soprattutto nei pazienti che hanno vissuto un forte stress emotivo come un lutto, o fisico, per esempio dopo un intervento chirurgico per il trattamento di una patologia precedente. Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.

La sindrome da crepacuore colpisce soprattutto le donne con un rapporto molto elevato che arriva anche a 9 donne per 1 uomo. La sindrome da crepacuore in moltissimi casi si presenta in associazione a disturbi psichiatrici come la depressione o altri disturbi del comportamento. Familiarità e predisposizione non sono invece dei fattori di rischio rilevanti per l’insorgere di questa patologia.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine, ha coinvolto 26 centri di 9 Paesi tra Europa e Stati Uniti e ha preso in esame i dati di 1750 pazienti con l’obiettivo di valutare le loro caratteristiche cliniche e i risultati della terapia in uso.

Quali sono i sintomi della sindrome da crepacuore?

I sintomi sono simili a quelli dell’infarto, come il dolore al petto. Tuttavia le coronarie non presentano una chiusura, un restringimento, come nel caso dell’infarto, ma la muscolatura cardiaca presenta comunque delle alterazioni contrattili.

Dalla ricerca emerge che che l’evoluzione della sindrome da crepacuore è simile a quella dei pazienti colpiti da infarto e che sono necessari ulteriori approfondimenti per capire meglio le sue cause. Se ad esempio riuscissimo a capire perché le donne sono colpite con più frequenza rispetto agli uomini, potremmo definire un trattamento migliore per la sindrome da crepacuore.

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