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Tumori, l’acido acetilsalicilico per rendere l’immunoterapia più efficace

14/09/2015

L’immunoterapia per il cancro potrebbe trovare nell’acido acetilsalicilico un valido alleato. Il farmaco antiinfiammatorio più usato al mondo sarebbe in grado di aiutare il sistema immunitario a riconoscere e aggredire il tumore se il paziente è sottoposto a immunoterapia. Così sostengono alcuni ricercatori del Francis Crick Institute (Regno Unito), in un articolo pubblicato dalla rivista Cell.

I ricercatori si sono concentrati su tre tipi di tumori: il melanoma, quello al colon-retto e il tumore al seno, notando come le cellule neoplastiche producessero una grande quantità di prostaglandina E2. Questa molecola ostacolerebbe la normale risposta immunitaria: il tumore, in altre parole, sfuggirebbe al sistema immunitario. E’ comunque noto da tempo che l’acido acetilsalicilico è in grado di smorzare la produzione di questa molecola. Questa proprietà ha quindi suggerito che l’azione combinata del farmaco e dell’immunoterapia permetterebbe al sistema immunitario di “risvegliarsi” e reagire contro le cellule del tumore.

L’effetto di immunoterapia e acido acetilsalicilico è stato testato su modelli sperimentali con buoni risultati nel rallentare la crescita del tumore. Gli autori del lavoro sottolineano, in conclusione, come l’azione del farmaco renderebbe l’immunoterapia più efficace.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, come spegnere i recettori cattivi)

«Nuove evidenze indicano che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) potenziano l’efficacia dell’immunoterapia contro i tumori», spiega il professor Antonio Sica, responsabile del Laboratorio di Immunologia molecolare dell’ospedale Humanitas. «L’infiammazione acuta, indotta da stimoli dannosi (chimici, fisici, biologici), induce risposte tissutali capaci di eliminare l’agente lesivo e promuovere la riparazione o sostituzione del tessuto danneggiato. La sua persistenza, infiammazione cronica, provoca invece danno e fibrosi del tessuto interessato e rappresenta uno dei maggiori fattori promuoventi lo sviluppo tumorale. Questa evidenza ha suggerito il potenziale utilizzo di farmaci antinfiammatori nella terapia dei tumori».

Perché i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) hanno questo effetto?

«Questi farmaci, fra cui l’acido acetilsalicilico, inibiscono l’attività degli enzimi ciclossigenasi (COX-1 e COX-2) che guidano la sintesi di importanti mediatori dell’infiammazione, come le prostaglandine. Gli autori hanno dimostrato che l’inibizione genetica o farmacologica delle ciclossigenasi riattiva l’immunità antitumorale inibendo la crescita neoplastica. Questa osservazione ha suggerito l’utilizzo di FANS come adiuvanti nell’immunoterapia contro i tumori», risponde lo specialista.

Cos’è l’immunoterapia?

«Mentre i tumori attuano varie strategie per sopprimere la sorveglianza immunologica, l’immunoterapia mira a riattivare la capacità del sistema immunitario di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali».

(Per approfondire leggi qui: L’immunoterapia contro i tumori: la svolta del 2013)

Cosa può ostacolare l’efficacia dell’immunoterapia?

«La sua efficacia può essere limitata dalla perdita di espressione di antigeni “immunogenici” del tumore e dalla presenza di regolatori negativi (checkpoint) della risposta immunitaria. Un importante regolatore negativo è la proteina della morte programmata 1 (PD-1), che controlla l’attivazione dei linfociti T. Studi clinici indicano che inibitori di PD-1 possono riattivare la risposta immunitaria e indurre la regressione durevole o la stabilizzazione prolungata della malattia in pazienti con tumori solidi avanzati. Utilizzando un modello preclinico di cancro del colon-retto, lo studio in questione ha dimostrato che l’utilizzo adiuvante di acido acetilsalicilico, in associazione con anticorpi monoclonali anti-PD-1, migliora significativamente la risposta terapeutica», conclude il professor Sica.

 

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