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Alzheimer trasmissibile? L’ipotesi in una ricerca

10/09/2015

L’ipotesi che l’Alzheimer sia trasmissibile da persona a persona è stata lanciata in una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature. «Un’ipotesi che però non deve assolutamente destare preoccupazione. Non è in nessun modo sostenibile l’ipotesi che l’Alzheimer sia contagioso», sottolinea il professor Alberto Albanese, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia dell’ospedale Humanitas.

Lo studio è stato realizzato da un team di ricercatori tra cui il neurologo John Collinge dell’Università College of London (Gran Bretagna) che ha preso in esame i dati delle autopsie di un ristretto numero di persone, otto, morte per la malattia di Creutzfeldt-Jakob. Queste otto persone, di età compresa fra 36 e 51 anni, avevano assunto oltre trent’anni fa l’ormone della crescita di derivazione umana. L’ormone era infatti estratto dalla ghiandola pituitaria di cadaveri per garantire un’abbondante disponibilità della molecola. Una piccola percentuale, intorno al 6%, ha sviluppato la malattia di Creutzfeldt-Jakob trasmessa da un prione, una proteina che diventa tossica e si autodiffonde. La pratica dell’estrazione da cadavere è stata poi interrotta in favore di un nuovo processo di formazione dell’ormone della crescita, ovvero per via genetica.

Trovate tracce di proteine associate a insorgenza della malattia di Alzheimer

Nel cervello di quattro di questi otto pazienti, oltre ai segni della malattia di Creutzfeldt-Jakob, è stata rilevata la presenza della proteina beta-amiloide associata all’insorgenza dell’Alzheimer. Un segno tipico dell’Alzheimer sono infatti le placche di beta-amiloide che si formano tra i neuroni.

«La malattia di Creutzfeldt-Jakob è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall’accumulo di proteine mal ripiegate – spiega il professore – che possono facilitare l’aggregazione di ulteriori proteine simili, innescando una sorta di meccanismo “fotocopia”, di autoreplicazione. Questo meccanismo caratterizza anche la variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob del cosiddetto “Morbo della mucca pazza”, in pazienti che hanno ingerito carne con prioni o che sono stati sottoposti a impianti provenienti da pazienti affetti da Creutzfeldt-Jakob».

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, un nuovo test per la diagnosi)

“Sebbene non ci sono prove che l’Alzheimer possa essere contratto attraverso il normale contatto tra pazienti, alcuni ricercatori temono che questo lavoro possa avere ampie implicazioni: che l’Alzheimer possa passare attraverso altre vie di trasmissione della malattia di Creutzfeldt-Jakob, come le trasfusioni di sangue o la contaminazione di strumenti chirurgici”, si legge in un editoriale di commento della ricerca su Nature.

Non ci sono prove sulla trasmissibilità dell’Alzheimer

“Non ci sono indicazioni che l’Alzheimer possa essere trasmesso tra persone sotto circostanze ordinarie. Questa trasmissione di proteine beta-amiloidi si è verificata in un contesto non comune di terapia a lungo termine a base di ormone della crescita di derivazione umana”, precisa un altro articolo a commento della ricerca del neurologo Collinge.

«Non ci sono prove sulla trasmissibilità dell’Alzheimer. La ricerca va presa con cautela – precisa il professor Albanese – e soprattutto fornisce alla comunità scientifica importanti informazioni per studiare in modo più approfondito le malattie neurodegenerative associate all’accumulo di proteine come l’Alzheimer e il Parkinson. Ora conosciamo un po’ meglio le caratteristiche dell’obiettivo da combattere».

Degli otto pazienti presi in esame nessuno era portatore di geni associati all’Alzheimer né è morto per questa malattia.

 

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