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Tumore al seno, nelle over 70 trattamenti correlati a stato di salute

28/09/2015

Il tumore al seno è, fra tutti i tumori, quello che causa più decessi anche nelle donne over 70. Secondo i dati dell’Airtum, Associazione italiana Registro tumori, ogni 100 decessi 16 sono dovuti al tumore al seno. Il rischio di essere colpiti da tumore al seno è un rischio reale anche nelle donne più anziane, con tutte le conseguenze del caso.

Ogni 100 diagnosi di tumore, nelle donne fino a 49 anni quello al seno è diagnosticato in 41 casi, in 35 nelle donne tra 50 e 69 e in 21 nelle over 70. L’età è riconosciuta come un fattore di rischio: all’aumentare dell’età la probabilità di insorgenza di tumore sale. «È una curva con due picchi: cresce sino agli anni della menopausa, poi rallenta prima di tornare a salire, con un tasso di crescita inferiore, dopo i 55-60 anni», dice il dottor Andrea Sagona, senologo, ginecologo e ostetrico dell’ospedale Humanitas.

Come si affronta un caso di tumore al seno in una donna anziana?

«Il trattamento di un tumore al seno di una paziente over 70 sarà naturalmente correlato al suo stato di salute. Tendenzialmente si cerca di ricorrere a trattamenti medici meno invasivi, meno frequentemente chemioterapici. Nel caso della radioterapia, come facciamo qui a Humanitas, si può ricorrere a protocolli di irradiazione parziale che limitano i disagi delle pazienti a poche sedute con buoni risultati. Questo al fine di evitare, come ancora accade in alcune realtà di periferia, di effettuare una mastectomia anche laddove non strettamente necessaria, solo per una scarsa accessibilità alle strutture di radioterapia da parte della paziente anziana, a volte non autosufficiente».

Se il tumore al seno dev’essere trattato con terapia ormonale come si interviene?

«Si possono definire dei trattamenti personalizzati in cui, ad esempio, alternare il tamoxifene dopo i primi due anni, agli inibitori dell’aromatasi, per contenere gli effetti collaterali e il rischio osteoporosi di questi ultimi», risponde lo specialista.

L’agenzia sanitaria del governo inglese ha diffuso un dato per cui nelle over 70 la diagnosi arriva più spesso in ritardo perché se ne ignorano i sintomi. Quali sono i sintomi da non sottovalutare? «Non è solo il nodulo la spia di un tumore al seno. Deformità e asimmetrie mammarie, pelle “a buccia d’arancia” dovuta all’edema cutaneo, retrazione della cute, il capezzolo che si altera nel suo aspetto magari ulcerandosi, arrossamenti persistenti simili a una mastite, linfonodi ingrossati sotto le ascelle, eccetera, sono tutti segni a cui fare attenzione. Dal momento che palpatorialmente non è così facile accorgersi della presenza di noduli mammari, soprattutto in mammelle molto voluminose, è fortemente consigliato fare lo screening mammografico per la diagnosi precoce del tumore al seno, in modo da minimizzare i successivi trattamenti, chirurgici e medici».

Bene i programmi di screening per il tumore al seno per le over 70

Tuttavia in Italia i programmi di screening indicano una mammografia ogni due anni per le donne da 50 a 69 anni. Alcune Regioni hanno allargato la forbice includendo anche under 50 (da 45 a 49 anni) e over 70 (da 70 fino a 74 anni): è una scelta saggia? «Sì, la scelta è stata presa sulla base delle evidenze di efficacia (cioè la verificata possibilità di ridurre la mortalità per tumore della mammella anche per queste età, attraverso la diagnosi precoce), documentate dalla letteratura scientifica nazionale e internazionale. Questo perché soprattutto nelle pazienti più giovani il numero di tumori al seno è in aumento e inoltre le pazienti 70enni spesso non si sottopongono spontaneamente alla mammografia, perché non ricevono più l’invito dello screening, sentendosi ormai non più a rischio di potersi ammalare», conclude il dottor Sagona. (Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, la mammografia: un esame fondamentale per la diagnosi)

 

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