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Tiroide, un minore su cinque ha il gozzo

24/07/2015

Gozzo: il 20% dei bambini in Italia ne è affetto. Un neonato su 2-3mila nasce invece con una forma di malattia alla tiroide. Sono i dati diffusi dall’ospedale Bambin Gesù di Roma in occasione della Settimana mondiale della Tiroide dello scorso maggio, un’iniziativa promossa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di utilizzare il sale iodato nella prevenzione delle malattie tiroidee. È infatti questo l’unico alimento che può garantire il giusto apporto di iodio, il micronutriente indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide.

Per l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, il fabbisogno medio di iodio per un adulto è 100-150 microgrammi al giorno, quantità che variano nelle categorie più sensibili. Lo slogan della settimana di sensibilizzazione è stato “Poco sale ma iodato, la prevenzione delle malattie tiroidee si fa mangiando sano”.

«In Italia la carenza iodica è moderata-lieve, carenza che è alla base della elevata prevalenza di gozzo (semplice e nodulare) che caratterizza il nostro Paese. La normalizzazione dell’apporto iodico non è complessa. Grazie al sale iodato è possibile assicurare il raggiungimento del fabbisogno quotidiano», spiega il dottor Andrea Lania, responsabile dell’Unità operativa di Endocrinologia dell’Istituto Clinico Humanitas.

In gravidanza la tiroide della donna “lavora” di più

Alcune categorie di persone sono più esposte alla carenza di iodio: le donne in gravidanza, i neonati e i soggetti in età evolutiva. Lo iodio è fondamentale nel processo di sintesi degli ormoni tiroidei ma non essendo il feto in grado di produrli autonomamente, la tiroide della mamma deve “lavorare” anche per il feto e questo “superlavoro” richiede un aumento dell’apporto di iodio. Per le donne in gravidanza la quantità di iodio consigliata sale quindi a 200-250 microgrammi al giorno.

«Se consideriamo i dati recentemente pubblicati su Lancet che hanno dimostrato come lo iodio è un elemento fondamentale nella crescita corretta del sistema nervoso del bambino, è opportuno che i ginecologi motivino adeguatamente le donne ad assumere iodio in corso di gravidanza», conclude lo specialista.

 

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