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Endocrinologia

MOC/DEXA: la densitometria ossea per la diagnosi dell’osteoporosi

08/03/2021

MOC/DEXA: la densitometria ossea per la diagnosi dell’osteoporosi

Sono molte le persone, in Italia e nel mondo, che soffrono di osteoporosi. Si stima che nel nostro Paese ne soffra una donna su tre e un uomo su otto oltre i cinquant’anni.

La corretta diagnosi si fa quindi indispensabile: per conoscere lo stato “di salute” delle proprie ossa, la MOC può essere molto utile.

Ne abbiamo parlato con il professor Gherardo Mazziotti, Responsabile della Sezione di Ricerca, Diagnosi e Cura delle Malattie Osteo-Metaboliche di Humanitas e docente di Humanitas University.

L’osteoporosi e le fratture ossee

L’osteoporosi dà clinicamente segno di sé con le fratture ossee dette da fragilità, che possono verificarsi anche in assenza di eventi traumatici. Le fratture sono dovute alla minor resistenza dello scheletro indotta dall’osteoporosi.

Le fratture da fragilità possono interessare tutto lo scheletro: le ossa più a rischio, però, sono quelle della colonna vertebrale, il polso, l’omero e il femore prossimale.

Cos’è la densitometria ossea (MOC/DEXA)?

Il fatto che l’osteoporosi non si manifesti con altri sintomi la rende una malattia di difficile identificazione. La densitometria ossea (MOC/DEXA) è il primo passo per diagnosticare l’osteoporosi: è un esame che valuta la densità minerale ossea, ovvero la massa e la quantità di minerali (in particolare il fosfato di calcio) contenuti nello scheletro.

Capire la massa e il grado di mineralizzazione ossea è fondamentale, in quanto sono ottimi parametri per prevedere o stimare l’eventuale rischio di una frattura, e il più affidabile metodo di misurazione è la DEXA, ovvero la densitometria a doppio raggio X. Questa tecnica è infatti in grado di misurare la densità scheletrica a livello della colonna vertebrale e a livello del femore.

Per i soggetti di età superiore ai 50 anni, l’interpretazione del risultato dell’esame MOC si basa sul T-score, che corrisponde alla differenza tra il valore di densità minerale dell’osso esaminato e il campione di riferimento, ossia soggetti sani di età pari a 30 anni esaminati nel momento in cui si raggiunge il massimo livello di massa ossea.

Secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si ha una situazione di normalità quando i valori di T-score sono superiori a -1; si parla di osteopenia (impoverimento dell’osso) per valori inferiori a -1 o di osteoporosi (ulteriore impoverimento che comporta un aumento significativo del rischio di fratture) quando il T-score è inferiore a -2.5.

L’esame utilizza una bassa esposizione radiante e come tale è un esame sicuro, oltre che efficace. La MOC è un esame fortemente raccomandato nelle donne di oltre 50 anni con associati fattori di rischio, poiché una gran percentuale di casi di osteoporosi non viene diagnosticata se non alla comparsa dell’evento fratturativo. L’esame MOC talvolta è indicato anche nei soggetti giovani di età inferiore ai 50 anni, quando vi è un sospetto clinico di osteoporosi geneticamente determinata o di osteoporosi secondaria a malattie croniche o a terapie croniche osteopenizzanti. 

Importante è anche prevedere controlli periodici della MOC (in genere ogni 18-24 mesi) al fine di valutare un peggioramento della densità minerale ossea che talvolta precede di anni l’evento fratturativo, o anche per valutare l’efficacia dei trattamenti anti-osteoporotici.

Fragilità ossea e osteoporosi: la MOC non sempre è sufficiente

La densità minerale ossea non è l’unico fattore da tenere in considerazione per la diagnosi di osteoporosi, e il risultato della MOC va interpretato in relazione a coesistenti fattori di rischio fratturativo. Ci sono purtroppo pazienti nei quali le fratture occorrono anche in presenza di valori di T-score nel range di osteopenia o addirittura di normalità e ciò accade tipicamente nelle forme secondarie di osteoporosi, che pertanto andrebbero individuate precocemente prima di intraprendere un trattamento specifico anti-osteoporotico.

L’esame MOC quindi va integrato con pochi esami biochimici e con un inquadramento clinico da parte del medico di medicina generale o dello specialista del Centro dell’osteoporosi. In casi particolari, inoltre, un esame radiografico della colonna vertebrale integrato con la morfometria vertebrale – ovvero la misurazione delle altezze dei corpi vertebrali – consente di identificare con precocità le fratture vertebrali che in oltre il 50% dei casi sono asintomatiche, ma che possono predisporre la comparsa di ulteriori fratture.

Humanitas e il percorso di prevenzione dell’osteoporosi

Per coloro che potrebbero essere in una fascia a rischio di osteoporosi ma non hanno ancora sviluppato i sintomi, gli specialisti Endocrinologi di Humanitas hanno ideato un percorso di prevenzione specifico che prevede, nel corso di una sola giornata, una prima visita specialistica di inquadramento, l’esecuzione dell’esame MOC-DEXA lombare e femorale, un prelievo ematico per esami di primo livello, e una visita conclusiva per definire il trattamento terapeutico laddove necessario. Se il caso specifico lo richiederà, ovvero in caso il paziente presenti un rischio di frattura elevato o abbia sintomi che facciano supporre un coinvolgimento della colonna vertebrale, agli esami si aggiungerà anche la radiografia della colonna con tecnologia EOS di nuova generazione a bassa esposizione radiante, per l’identificazione e la caratterizzazione precoce delle fratture vertebrali.

A chi si rivolge il percorso?

L’iniziativa è rivolta a coloro che non hanno mai eseguito una valutazione per osteoporosi. In particolare:

– individui di qualsiasi sesso ed età con una storia di fratture da traumi lievi;

– a donne in post-menopausa e uomini di età superiore a sessant’anni, con familiarità per fratture di femore o vertebre;

– a donne in post-menopausa e uomini di età superiore a sessantacinque con storia di basso peso, abuso alcolico e fumo di sigarette;

– pazienti di qualsiasi sesso ed età in terapia cronica con farmaci potenzialmente osteopenizzanti, tra cui cortisonici, terapie ormonali del carcinoma della mammella e della prostata, immunosoppressori antidepressivi, anti-retrovirali e anti-epilettici;

– pazienti di qualsiasi sesso ed età affetti da malattie potenzialmente osteopenizzanti quali malattie reumatologiche, anoressia nervosa, sindrome da malassorbimento, malattie infiammatorie croniche intestinali, bronchite cronica, malattie neuro-muscolari, malattie ematologiche, ipertiroidismi, iperparatiroidismi, ipogonadismi, malattie di eccesso e difetto degli ormoni ipofisari.

Per informazioni e prenotazioni sul percorso osteoporosi telefonare al numero 02.8224.8224 dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.00 e sabato dalle 8.00 alle 13.00.

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