Ritardare l’insorgenza dell’ipertensione con la dieta è possibile consumando più latte e suoi derivati. Una ricerca americana pubblicata sulla rivista British Journal of Nutrition ha promosso il consumo di latte, yogurt e formaggi per contenere l’aumento della pressione arteriosa e per rallentare l’insorgenza dell’ipertensione con l’avanzare dell’età.

Il team di scienziati ha preso in esame i dati relativi a oltre 2600 soggetti arruolati nel Framingham Heart Study, e seguiti fra il 1991 e il 2008, allo scopo di esaminare l’associazione tra il consumo di latte e suoi derivati e le variazioni dei livelli di pressione arteriosa. Con quali risultati? I ricercatori hanno visto come a un maggior consumo di latte, latticini e yogurt corrispondeva un tendenziale minore aumento dei valori della pressione arteriosa sistolica (la “massima”) e una probabile insorgenza più tardiva di ipertensione. Approfondiamo l’argomento con gli specialisti di Humanitas.

L’ipertensione è una condizione caratterizzata da un aumento dei valori di pressione arteriosa ed è più frequente con l’avanzare degli anni. Con questa ricerca si è dimostrato che, non potendo scongiurare del tutto il rischio, si può quantomeno spostare un po’ più in avanti la sua insorgenza grazie al consumo di latte almeno parzialmente scremato, yogurt e formaggi più magri. Ritardare l’ipertensione vuol dire esporsi di meno a un chiaro fattore di rischio cardiovascolare.

A cosa si possono imputare i benefici di latte e derivati sul controllo dell’ipertensione?

È stata avanzata l’ipotesi che alcuni micronutrienti, come calcio, potassio o magnesio, e diverse sostanze proteiche bioattive di cui questi alimenti sono ricchi, siano in grado di contribuire alla regolazione del tono vasale, favorendo indirettamente la vasodilatazione e inibendo la vasocostrizione, simulando in buona sostanza proprio l’azione di alcuni farmaci utilizzati nel trattamento dell’ipertensione.

Si può consigliare il consumo di latte e derivati nell’ambito di una dieta anti-ipertensione, accanto anche a un ridotto consumo di sale e a un maggiore consumo di frutta e verdura.