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Prevenzione

Reflusso, attenti ai sintomi!

18/08/2014

Che cosa sia il reflusso gastroesofageo lo dice il suo nome stesso. Si tratta in poche parole di un ritorno (reflusso) in quantità eccessiva dell’acido gastrico dallo stomaco all’esofago.

Una situazione che provoca sintomi ben precisi che possono però, a volte, essere attribuiti ad altri disturbi digestivi, anche occasionali, come ad esempio le conseguenze di un’indigestione. Ne parliamo con il dottor Nicola Gaffuri, Responsabile di Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Gaffuri, prima di tutto, qual è la causa principale del reflusso?

«La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è causata principalmente da un’incontinenza del cardias, ovvero della valvola che si trova fra esofago e stomaco, che perde la sua funzione di “porta a senso unico” nella maggior parte dei casi a causa di un’ernia jattale. In questa situazione, il contenuto gastrico e in particolare l’acido refluiscono in maniera eccessiva all’interno dell’esofago, provocando i sintomi propri del reflusso».

Quali sono i sintomi del reflusso?

«I sintomi del reflusso sono ben localizzati e per certi versi facili da individuare. Si tratta in primo luogo di un intenso bruciore localizzato dietro lo sterno e a livello della regione epigastrica, cioè nella parte centrale superiore dell’addome. Ma può verificarsi, anche se più raramente, un rigurgito di materiale alimentare fino alla gola. Questi sintomi possono divenire più frequenti in caso di esofagite, cioè di un’infiammazione dell’esofago, e possono essere accompagnati da altri “segnali”, quali disfagia, cioè difficoltà a deglutire, tosse stizzosa, farigolaringite e addirittura asma».

Il reflusso gastroesofageo può essere prevenuto?

«Sì, il reflusso gastroesofageo può essere prevenuto attuando una dieta alimentare particolare. Bisogna, in particolare, evitare le bevande gassate, i cibi grassi in generale o irritanti quali il cioccolato, la menta, i cibi piccanti. Poi bisogna moderare l’uso di caffè e degli alcolici».

Come si può curare il reflusso gastroesofageo?

«Nel caso in cui il bruciore da reflusso non sia frequente, cioè si verifichi meno di una volta alla settimana, si possono assumere degli antiacidi ogni volta che se ne presenti l’esigenza. Oppure può essere utile rivolgersi a un medico di medicina generale o a uno specialista gastroenterologo. Se invece i sintomi sono più frequenti è il caso di iniziare una terapia specifica a base di gasoprotettori, come gli inibitori della secrezione acida gastrica. Se dopo un certo periodo questa terapia si mostra insufficiente e la sintomatologia si ripresenta è utile eseguire una gastroscopia per verificare se si sia in presenza di un’infiammazione dell’esofago o di un’ernia jatale e procedere con la prescrizione della terapia più adeguata».

Un’ultima domanda. La stagione può influire sul formarsi del reflusso? L’estate è una stagione “a rischio”?

«No, l’estate non è a rischio particolare. Le stagione in cui si verificano più casi di reflusso sono piuttosto la primavera e l’autunno. In quei periodi dell’anno può capitare che i sintomi del reflusso gastroesofageo si facciano sentire maggiormente, pur in assenza di una causa specifica».

 

Risposte del dottor Nicola Gaffuri

Responsabile di Endoscopia digestiva di Humanitas Gavazzeni

 

A cura di Luca Palestra

 

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