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Prevenzione

Un network per prevenire e curare il cancro al seno

17/06/2014

Il trattamento di prevenzione e cura del tumore della mammella in centri multidisciplinari aumenta la possibilità di sopravvivenza e migliora la qualità della vita delle donne che ne sono colpite.

Questo quanto sostenuto fin dal 2006 dal Parlamento Europeo, che ha chiesto agli stati membri dell’Unione Europea di fare della lotta al cancro al seno una priorità della politica sanitaria nazionale, anche e soprattutto attraverso l’istituzione di Breast Units, Unità di Senologia multidisciplinari da riunire in un unico network .

L’istituzione Regione Lombardia – la sanità com’è noto viene gestita a livello regionale – da questo punto di vista ha compiuto un importante primo passo con una delibera del febbraio 2013 che definisce nello specifico la determinazione della rete regionale lombarda dei centri di senologia, cui però non ha fatto seguito, finora, l’effettiva implementazione concreta di questa rete.

Un argomento di cui si parlerà nel corso dell’incontro dedicato al tumore al seno organizzato da “Europa Donna Italia” e in programma il 17 giugno 2014 nell’Auditorium Giorgio Gaber, Palazzo Pirelli.

Ne anticipiamo qui i contenuti con il dottor Corrado Tinterri, responsabile dell’Unità Operativa di Senologia e direttore della Breast Unit di Humanitas.

Dottor Tinterri, perché è così importante creare delle Breats Units per la prevenzione e cura del cancro del seno?

«Il tumore al seno presenta 50mila nuovi casi all’anno e in Lombardia ne vengono operati quasi 14mila (circa il 30% di quelli di tutta Italia). La mortalità per questa patologia è preoccupante e sempre più giovani vengono colpite. Anche l’aspetto dell’ereditarietà non deve essere sottovalutato. Sono numeri e informazioni che rivelano quanto il tumore alla mammella incida negativamente sulla vita di molte donne e come debba essere importante lo sforzo compiuto per la sua prevenzione e per la sua cura. La creazione di Breats Units ha proprio questo intento: riunire le forze presenti sul territorio, operanti nelle varie unità operative dei maggiori ospedali, per creare un “corpo unico” in grado di combattere in maniera più efficiente contro questo male».

Che cosa significa, in particolare “riunire le forze” contro il tumore al seno?

«Significa avere obiettivi e un’organizzazione del lavoro comuni; condividere protocolli e strumenti gestionali; mettere in comune aspetti legati alla comunicazione interna e all’informazione verso l’esterno. Insomma, significa creare un network di lavoro in cui tutti possano dare il meglio di sé e condividerlo con gli altri. Ad affrontare il tumore al seno si troverebbero così non singole unità operative – pur efficientissime, ma comunque isolate dal resto del ‘mondo’ – ma, come dice la delibera regionale, ‘un team coordinato e multidisciplinare in grado di garantire un livello di specializzazione delle cure, dalle fasi di screening sino alla gestione della riabilitazione psico-funzionale, in grado di ottimizzare la qualità delle prestazioni e della vita delle pazienti’. Il tutto seguendo percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali che sono coerenti con le linee guida nazionali e internazionali».

Che cosa occorre fare, in Lombardia, perché le Breats Units diventino realtà?

«Il problema è che il testo della delibera di inizio 2013 è rimasto chiuso finora in un cassetto e non si è ancora passati alla fase dell’implementazione, che dovrebbe essere coordinata e monitorata dalla Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia. Un passaggio che è stato fatto da altre regioni come la Toscana, il Veneto e l’Emilia Romagna e che qui da noi, in Lombardia, non può essere più rimandato. Lo chiedono le migliaia di donne colpite da tumore alla mammella che ogni giorno rischiano la vita, che grazie alle Breats Units potrebbero godere di cure più complete ed efficienti, frutto di una grande e sempre più necessaria collaborazione tra le eccellenze regionali, che sarebbe capace di ridurre la mortalità, questo è il dato più eclatante di tutti, fino al 20%».

 

Risposte a cura del dottor Corrado Tinterri

responsabile UO Senologia e direttore Breast Units di Humanitas

dottor Corrado Tinterri Humanitas Milano

 

A cura di Luca Palestra

 

 

 

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