Un difetto di acidificazione provoca un diminuito assorbimento di calcio. A scoprirlo, il Laboratorio Genoma Umano del CNR in Humanitas, in uno studio finanziato da Fondazione Cariplo e Telethon.
Il livello di acidità dello stomaco può essere un fattore rilevante tra le cause dell’osteoporosi. A scoprirlo, un’équipe internazionale di studiosi insieme al Laboratorio Genoma Umano dell’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Itb-Cnr), presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Mi).
“Partendo da uno studio sull’osteopetrosi – spiega la dott.ssa Anna Villa, ricercatrice del CNR e responsabile del Laboratorio Genoma Umano di Humanitas -, una grave patologia genetica che provoca l’ispessimento delle ossa (il contrario dell’osteoporosi che provoca invece lo sfaldamento osseo) e la loro deformazione, abbiamo potuto dimostrare che la pompa protonica, un complesso enzimatico preposto all’acidificazione dell’ambiente esterno della cellula ossea e che nei pazienti affetti da questa patologia presenta un difetto, svolge un ruolo anche nelle cellule dello stomaco che acidificano l’ambiente permettendo la digestione e l’assorbimento dei vari nutrienti.
Si è scoperto che un difetto di acidificazione provoca un diminuito assorbimento di calcio – prosegue la dott.ssa Villa – che nel bambino provoca il rachitismo, mentre nell’adulto favorisce l’insorgenza dell’osteoporosi“.
La ricerca, oltre a identificare questa nuova causa, ha permesso ai ricercatori di fare un passo in avanti anche nel trattamento della patologia, che vede nella somministrazione del calcio gluconato, anziché del calcio carbonato somministrato con la vitamina D3, una possibile soluzione, in quanto viene assorbito dall’organismo anche in presenza di un difetto di acidificazione.
A cura di Francesca Tarocco
