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Prevenzione

Tumori della pelle, quando il sole è un nemico

27/07/2010

La terapia fotodinamica (PDT) è una nuova tecnica per il trattamento dei tumori cutanei non pigmentati. Del tutto innocua, può essere applicata a tutti, senza limitazioni.

Il sole può provocare danni molto seri alla pelle. Esposizioni sbagliate, frequenti scottature, abusi di lampade abbronzanti sono fattori di rischio per la formazione di tumori della pelle – epiteliomi basocellulari, epiteliomi squamocellulari e cheratosi attinica -, le più comuni neoplasie tra la popolazione caucasica. In Italia ogni anno ne vengono diagnosticati circa 250.000, e la loro incidenza cresce con l’avanzare dell’età.
Da qui l’importanza di cercare soluzioni efficaci per questi tumori, e nuove alternative ai trattamenti già esistenti, ossia la chirurgia e l’impiego di forti energie distruttive e non mirate quali laser, diatermocoagulazione, azoto liquido. Ne parliamo con il prof. Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano, e il dott. Luca Cozzaglio, capo-sezione nell’ambito dell’Unità Operativa di Chirurgia generale ad orientamento oncologico.

“Particolarmente innovativa ed efficace, in questo campo – spiega il professor Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano – si è dimostrata la terapia fotodinamica (PDT, Photo Dynamic Therapy). E’ una tecnica non invasiva, che sfrutta una reazione fotochimica. Consiste nell’applicare sulla lesione cutanea una sostanza non farmacologica (l’acido 5-aminoLevulinico – 5-ALA), in grado di entrare nel metabolismo delle cellule tumorali stimolandole a produrre una sostanza (PpIX) fotoattiva, cioè sensibile alla luce. Quindi si illumina con una speciale luce rossa e le cellule tumorali vengono distrutte”.

Prof. Monti, quali sono i vantaggi della terapia fotodinamica?
“Innanzitutto il 5-ALA è assolutamente innocuo. Da qui la possibilità per tutti di sottoporsi a questa terapia, senza limitazioni, indipendentemente dallo stato generale del paziente, dall’età o da malattie concomitanti. Inoltre, questa metodica è selettiva per le sole cellule tumorali, e permette una scomparsa del tumore senza lasciare cicatrici. E’ indolore, non prevede l’utilizzo di anestesia. Infine, le medicazioni dopo il trattamento sono molto limitate. Il 5-ALA viene applicato, in unguento, sulle lesioni da trattare. Quindi si attende la completa penetrazione della sostanza (2 ore circa, a seconda dello spessore della lesione da trattare).
Per sapere se il 5-ALA è penetrato e se all’interno delle cellule tumorali è stato trasformato in sostanza fotoattiva è sufficiente illuminare l’area con una lampada (a luce di Wood, black light). Se la reazione è avvenuta appare un colore rosso scuro. A trattamento terminato si controlla con la luce di Wood che non vi sia più emissione di fluorescenza nell’area trattata. Di solito dopo 3-4 giorni dal trattamento, la medicazione non è più necessaria. Nelle lesioni superficiali, come le cheratosi attiniche, il primo trattamento è anche quello definitivo. Per i tumori epiteliali di maggior spessore si ricorre a sedute ripetute una volta alla settimana fino alla scomparsa della lesione. Uno dei vantaggi della PDT, rispetto agli altri trattamenti, è la possibilità di ripetere l’applicazione senza un limite preciso, poiché la PDT non provoca un danno nei tessuti sani circostanti la lesione”.

Qual è il servizio in Humanitas?
“Humanitas è centro di riferimento europeo per questa metodica. E’ stata la prima struttura a Milano, ed è oggi una delle poche in Italia ad offrire questo tipo di trattamento. L’Istituto ha maturato una considerevole esperienza in questo settore”.

Quali sono le applicazioni collaterali della PDT?
“La PDT si è dimostrata efficace anche per la cura di alcune patologie non tumorali, come l’acne volgare, le ulcere e il fotoinvecchiamento. E’ infatti in grado di spegnere le infiammazioni dei follicoli acneici, accelerare il processo di cicatrizzazione delle ulcere, soprattutto infette, e migliorare le condizioni cutanee nei soggetti che hanno avuto un fotodanneggiamento, ossia un invecchiamento dovuto a luce solare”.

Dott. Cozzaglio, quali sono le terapie chirurgiche?
“Per quanto riguarda i tumori della pelle, quello che riveste un maggior interesse chirurgico è il melanoma perché oltre ad avere la capacità di espandersi localmente può anche dare metastasi cioè interessare altri organi a distanza dalla sede dove è nato. Il melanoma è quindi un tumore maligno derivato dalle cellule pigmentate della pelle. La terapia chirurgica è alla base della terapia del melanoma alla quale a secondo delle situazioni si può aggiungere la immunoterapia, la chemioterapia e la radioterapia. Con una certa frequenza all’intervento di asportazione del melanoma si deve aggiungere una ricostruzione plastica”.

Qual è il servizio in Humanitas?
“In Humanitas, nell’ambito della Chirurgia Generale ad orientamento oncologico, è attivo un ambulatorio dedicato al melanoma. Per effettuare una diagnosi tempestiva, un trattamento chirurgico radicale e consentire la cura nelle fasi metastatiche è necessaria l’integrazione tra dermatologo, patologo, chirurgo oncologo, chirurgo plastico, medico nucleare, oncologo medico e radioterapista. Nell’ambulatorio, i casi che arrivano all’attenzione del chirurgo sono già stati visti dal dermatologo il quale ha già formulato quantomeno una diagnosi di sospetto melanoma. Inoltre i casi più complessi vengono discussi collegialmente con tutti gli specialisti che devono cooperare con il chirurgo per la strategia terapeutica”.

A cura della Redazione

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