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Prevenzione

“Tiriamole fuori”, facciamo autopalpazione contro il tumore al testicolo

09/11/2016

Bastano 100 secondi al mese per fare prevenzione contro il tumore al testicolo. Meno di due minuti da dedicare all’autopalpazione, esaminare i propri testicoli e riferire eventuali anomalie al proprio medico di fiducia. L’invito a tutti i maschietti è di “tirarle fuori”, di farsi coraggio e di farsi controllare. Ritorna sui social la campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al testicolo “Tiriamole fuori” ideata da Marco Bianchi, chef e divulgatore scientifico di Fondazione Umberto Veronesi.

Il tumore al testicolo è la forma di neoplasia più frequente fino alla mezza età (è il 12% di tutte le diagnosi di tumore nella classe 0-49 anni). La sua incidenza cresce a partire dall’adolescenza, raggiungendo un picco intorno ai 25-29 anni per poi decrescere. Dai 50 anni di età è molto raro. Nel 2016 sono attesi circa 2.500 nuovi casi – si legge nei Numeri del Cancro in Italia 2016 – e il trend d’incidenza appare in aumento: +1,9% per anno. Il tumore al testicolo presenta una mortalità molto bassa; la sopravvivenza a 5 anni è pari al 90,2%, in linea con la media europea.

Come si arriva alla diagnosi di tumore al testicolo?

Nella stragrande maggioranza dei casi l’uomo riferisce al proprio medico un ingrossamento di un testicolo. A rilevare il rigonfiamento è proprio l’autopalpazione, un’azione che bisognerebbe praticare regolarmente proprio come fanno le donne per la prevenzione del tumore alla mammella. «L’autopalpazione rappresenta il modo più semplice ed efficace per fare diagnosi di neoplasia testicolare. Quest’ultima è nella grande maggioranza dei casi diagnosticabile come un nodulo duro e indolente del testicolo. È importante sottoporsi all’autopalpazione testicolare almeno una volta al mese a partire dall’adolescenza (14-15 anni)», aggiunge il dottor Giovanni Lughezzani, urologo dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Tumore testicoli, in 30 anni +45% dei casi: l’importanza del controllo medico)

Tanti campioni dello sport hanno appoggiato la campagna: lo “zar” della nazionale di pallavolo maschile Ivan Zaytsev, gli assi del nuoto Filippo Magnini e Massimiliano Rosolino, la medaglia d’oro olimpica del taekwondo Carlo Molfetta, la squadra del Valsesia Basket e la società calcistica dell’Accademia Sandonatese e altre realtà del mondo del fitness come Energy Mediglia Palestre di Milano.

(Per approfondire leggi qui: ARTICOLO SU ZAYTSEV)

image001Tiriamole fuori” ricorda ai maschietti di mettersi davanti allo specchio e dedicare pochi secondi all’esame dei propri testicoli. Ma come fare autopalpazione? Bisogna prendere ciascun testicolo con il pollice, l’indice e il medio: il pollice andrà su un lato,e l’indice e il medio su quello opposto. Bisogna far scorrere le dita con piccoli movimenti rotatori sulla superficie dei testicoli. Non si deve sentire dolore, non devono riscontrarsi escrescenze sospette, rilievi o tratti più duri o irregolari. Anche lo scroto che non deve presentare rigonfiamenti.

Se si dovesse rilevare un’anomalia bisogna rivolgersi al medico che saprà valutarne l’origine. Potrebbe infatti trattarsi di un’infezione o di una cisti. Nel caso si dovesse sentire una formazione “granulosa” potrebbe essere semplicemente un varicocele, ovvero una dilatazione di alcune vene che partono dal testicolo. Piuttosto diffuso – le stime parlano di circa il 30% di ragazzi affetti – il varicocele può interferire con la produzione di spermatozoi e quindi pregiudicare la fertilità.

Quali sono gli altri fattori di rischio del tumore al testicolo e in quale altro modo è possibile fare prevenzione?

«Il principale fattore di rischio è rappresentato dal criptorchidismo, ovvero la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli all’interno della borsa scrotale. Altri fattori di rischio sono la familiarità per neoplasia testicolare e il fumo, sia di sigaretta che di cannabis», conclude lo specialista.

I più distratti in tema di prevenzione possono approfittare e fare dell’autopalpazione un pretesto per pensare con più consapevolezza alla loro salute, anche riproduttiva. Oltre al tumore ai testicoli, è bene pensare alla prevenzione del tumore alla prostata, più frequente dopo la mezza età, e delle malattie sessualmente trasmissibili, dall’infezione da HPV (il Papilloma Virus umano associato anche ad alcune forme di tumore), all’infezione da HIV alla gonorrea. In tanti ignorano i rischi associati a queste malattie, rischi che possono essere controllati seguendo abitudini corrette come ad esempio l’utilizzo del preservativo o la vaccinazione contro il Papilloma virus. La figura dell’urologo deve diventare un punto di riferimento per il benessere sessuale e per la salute dei maschietti: i “camici bianchi” sapranno indicare anche gli esami a cui sottoporsi, e quando farli, per monitorare il rischio di tumore prostatico.

(Per approfondire leggi qui: Tumore prostata: cos’è il PSA, il test che “ha salvato la vita” a Ben Stiller)

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