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Prevenzione

Protetti da capo a piedi, così si viaggia sicuri in motocicletta

19/07/2016

Nessuna parte del corpo dev’essere sguarnita perché ogni parte del corpo può subire danni. In moto si va protetti dalla testa ai piedi. A spiegarlo è il dottor Pasquale De Nittis, radiologo dell’ospedale Humanitas e motociclista per passione: «Sebbene sia obbligatorio solo il casco, io raccomando fortemente di equipaggiarsi per bene prima di mettersi in sella. Lo dico da medico e da motociclista: se si è coperti e bene si riduce di molto il rischio di andare incontro a traumatismi più o meno gravi».

Di che tipo di protezione si ha bisogno per andare in motocicletta?

«La cosiddetta protezione passiva prevede, oltre al casco, in primo luogo un paraschiena integrato nella giacca per evitare danni spinali; in seconda battuta è fondamentale tutelare mani e piedi, che sono le prime parti del corpo ad avere contatto con il suolo in caso di caduta. Le mani – spiega il dottor De Nittis – vanno difese con i guanti che resistano all’abrasione dell’asfalto (pelle o tessuti tecnici), mentre i piedi con degli stivali o delle scarpe da moto (meglio se coprono la caviglia). E ancora, giacche con protezioni a gomiti e spalle e pantaloni antistrappo con imbottiture e protezioni di ginocchia e anche. Se la copertura è completa si può evitare anche una minima cicatrice».

Oltre a essere completa, la protezione è “quattro stagioni”

«È un piccolo sacrificio ma necessario con ogni clima, anche nei mesi estivi. Il mio consiglio è di ispirarsi a questo modo di andare in moto anche se si usa semplicemente lo scooter per muoversi in città. Per il semplice motorino con cui ci si muove solo da casa a lavoro, ad esempio, consiglio di proteggere almeno mani, piedi e schiena».

Gli occhi necessitano di particolare attenzione? «Il casco difende anche gli occhi e la vista. Ormai tutti i caschi hanno una visiera integrata para-sole. L’importante è che siano integrali: i modelli jet invece non sono utili perché lasciano scoperto il volto».

(Per approfondire leggi qui: Attività fisica, agonisti e dilettanti, a ognuno il suo infortunio)

In moto, poi, bisogna saperci andare: «Il rischio di traumi e infortuni è minimizzato anche grazie alla cosiddetta protezione semi-attiva, che è in capo alle case motociclistiche, e a quella attiva che, invece, chiama in causa direttamente il guidatore che deve cercare di prevedere le situazioni rischiose e intervenire con prontezza».

A differenza dell’auto, per i viaggi fuori città, da mattina a sera o per più giorni, il bisogno di avere con sé un kit di pronto soccorso è meno stringente. «I danni a cui possono andare incontro i motociclisti sono di entità tale per cui il kit pronto intervento sarebbe insufficiente o superfluo se il motociclista è protetto adeguatamente.

(Per approofondire leggi qui: Guanti (da moto) anche d’estate!)

E prima di mettersi in sella, un ultimo suggerimento sull’alimentazione: «Inutile ribadire che l’alcol va evitato in ogni occasione; è bene guidare con lo stomaco leggero, dopo aver fatto uno spuntino che ci faccia rimanere vigili ma che non induca pesantezza e sonnolenza», conclude il dottor De Nittis.

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