Il vaccino antinfluenzale è disponibile per tutti, ma per alcune persone la sua somministrazione è raccomandata dalle autorità sanitarie nazionali. Sono le categorie a rischio per le quali, alla luce delle loro condizioni di salute, l’influenza potrebbe avere particolari complicanze. Il vaccino antinfluenzale è un presidio sanitario efficace con cui proteggere se stessi e chi ci circonda. Il vaccino potrebbe essere somministrato a chiunque abbia almeno 6 mesi di età. Per la popolazione generale è consigliato comunque consultare il proprio medico di base.
Quali sono le categorie a rischio per cui il vaccino antinfluenzale è raccomandato?
Le categorie a rischio sono individuate dal ministero della Salute e per queste il vaccino è offerto in maniera attiva e gratuita:
– le persone con un’età pari o superiore a 65 anni
(Per approfondire leggi qui: “Vacci a vaccinarti”, l’invito agli anziani contro il rischio influenza)
– i bambini di età superiore ai 6 mesi, i ragazzi e gli adulti fino a 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza. Sono patologie croniche e sono diverse: dal diabete alle malattie cardiovascolari e respiratorie, ai tumori fino a chi è colpito da immunodepressione
– i bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
– le donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza
– gli individui di qualunque età “lungodegenti” ovvero ricoverati nelle strutture sanitarie per periodi piuttosto lunghi
– i medici e il personale sanitario di assistenza, una categoria importantissima per frenare la diffusione del virus nelle strutture sanitarie e tra i soggetti più fragili
(Per approfondire leggi qui: Influenza, al via la campagna di vaccinazione)
– i familiari e chi è a contatto con i soggetti ad alto rischio
– i lavoratori dei servizi pubblici di primario interesse collettivo e alcune particolari categorie di lavoratori, naturalmente per garantire lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali (dalle forze dell’ordine ai vigili del fuoco)
– chi lavora a contatto con animali che potrebbero diventare fonte di infezione da virus influenzali non umani
Il livello di vaccinazione minimo perseguibile è stato fissato al 75%: così sarà garantita una copertura massimale e non “a macchia di leopardo”.
Per quali persone invece il vaccino antinfluenzale è controindicato?
Il vaccino è controindicato solo per chi in passato è stato interessato da una reazione allergica dopo la somministrazione di un vaccino, al vaccino stesso o a una sua componente. Inoltre, se è insorta la sindrome di Guillain Barrè entro 6 settimane dalla somministrazione di un precedente vaccino antinfluenzale, la vaccinazione è controindicata.
C’è comunque il rischio di essere colpiti dall’influenza anche se si è preso il vaccino antinfluenzale?
La protezione del vaccino scatta a partire da due settimane circa dall’inoculazione, il tempo necessario per permettere all’organismo di produrre gli anticorpi. La sua efficacia non è comunque totale ma, anche se chi è stato vaccinato dovesse essere contagiato dal virus, l’influenza si manifesterebbe in una forma molto meno aggressiva di quanto sarebbe stata in assenza di vaccinazione.
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