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Tumore al seno, imparare la cultura della prevenzione fin da giovani

15/10/2015

La prevenzione del tumore al seno è protagonista dell’intero mese di ottobre, il mese “rosa” dal colore del nastro simbolo della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Di prevenzione del tumore al seno ha parlato il dottor Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’ospedale Humanitas e presidente della sezione milanese della LILT, nel corso del programma Life-Obiettivo Benessere di Radio 1.

«La 23ma edizione della Campagna Nastro Rosa per la prevenzione dei tumori al seno è dedicata principalmente alle giovani donne tra 25 e 44 anni. In questa fascia di età si è registrato un preoccupante aumento dell’incidenza di questa forma di tumore», evidenzia il dottor Alloisio.

Per le giovani donne è importante sposare stili di vita sani per la prevenzione primaria

E quindi in che modo rivolgersi a questa parte di pubblico femminile? La LILT ha lanciato l’hashtag #fatelevedere per invitarle a occuparsi della salute del loro seno. L’associazione ha messo a disposizione a Milano e nel suo hinterland delle unità dove potersi far visitare. Unità mobili della LILT saranno presenti anche nei principali università milanesi.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, #fatelevedere: l’invito della Lilt per la diagnosi precoce)

«Nella fascia di età fra 25 e 44 anni non è documentata l’efficacia dei controlli standardizzati come la mammografia nella riduzione dell’incidenza del tumore al seno. Per questo motivo cambiamo strategia e invitiamo le ragazze a fare attenzione alla prevenzione primaria, a correggere gli stili di vita più pericolosi, a smettere di fumare, a condurre una vita attiva, a lottare contro sedentarietà e obesità». Questi fattori di rischio indicati dal dottor Alloisio sono fattori modificabili che si assommano a quelli non modificabili come familiarità ed ereditarietà.

Acquisire la cultura della prevenzione predispone le ragazze ad aderire ai programmi di screening una volta raggiunta l’età per cui è indicata fare la mammografia: «Chi sposa la cultura della prevenzione – aggiunge lo specialista – può diventare portatrice di un messaggio positivo anche in famiglia e magari stimolare le donne più grandi a partecipare ai programmi di screening».

Grazie allo screening mammografico tassi di guarigione per il tumore al seno oltre l’80%

I dati dell’Osservatorio nazionale screening mostrano una disomogeneità nella partecipazione delle donne con almeno 49 anni ai programmi nazionali: «La partecipazione è più alta al Nord, dove ha raggiunto il 64%, un traguardo comunque lontano dai target dei Paesi più avanzati ma in ogni caso maggiore del 40% registrato al Sud».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno e rapporto di coppia, come risolvere i “dubbi di lui”?)

«A tutte le donne che hanno compiuto 50 anni consigliamo di andare a fare una mammografia con regolarità, una ogni due anni. Lo screening mammografico ha aumentato le percentuali di guarigione intorno all’84%. Un invito che estendiamo naturalmente anche alle donne immigrate che cerchiamo di coinvolgere anche con l’aiuto delle politiche sociali e di figure come i mediatori culturali», conclude il dottor Alloisio.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno: la mammografia, un esame fondamentale per la diagnosi)

 

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