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Prevenzione

Le infezioni vaginali in età adulta

28/06/2005

Alcune infezioni, trasmissibili sessualmente, sono peculiari dell’età attiva della donna, e richiedono attenzioni e cure tempestive per evitare danni alla fertilità. In gravidanza, poi, occorre vigilare in modo particolare, per evitare contrazioni premature o problemi al nascituro. Ma anche il periodo della post-menopausa non è da trascurare. A seconda dell’età della donna cambiano le cure, la gravità delle possibili conseguenze, l’azione preventiva. Dopo i consigli per l’età pediatrica, tracciamo un breve schema riassuntivo sulle infezioni vaginali più comuni dalla pubertà alla menopausa e in gravidanza.

Come cambiano le infezioni nell’età fertile?
“L’inizio di una vita sessuale aggiunge possibili fonti di contagio e di irritazione. In questo periodo possono manifestarsi infezioni micotiche, vaginosi, vaginiti… Solitamente i sintomi sono bruciore, forte prurito, perdite vaginali maleodoranti o di diversa caratteristica rispetto alle perdite fisiologiche (leucorrea), dolore durante i rapporti, sensazione di gonfiore (edema), piccole lacerazioni e, talvolta, perdite ematiche. Nella prevenzione, particolare attenzione è posta all’igiene, soprattutto durante e dopo i rapporti”.

Come ci si cura?
“Terapie topiche (creme, candelette o ovuli) e sistemiche (compresse), a base di antibiotici e antimicotici, a seconda dei casi trattando anche il partner. Il problema di solito si aggrava con le forme recidivanti, infezioni solitamente micotiche che si ripresentano mensilmente, talvolta con una precisa correlazione con il ciclo (per esempio post-mestruo). Le comuni terapie non sono più sufficienti in quanto si sono selezionati ceppi resistenti”.

E importante rivolgersi subito e sempre allo specialista piuttosto che iniziare con il fai-da-te in farmacia?
“Sì, soprattutto quando l’episodio si ripete consecutivamente per almeno due mesi. Il medico, trovandosi di fronte a un caso di recidiva, dovrà attivare una terapia specifica con periodica osservazione della donna e dei sintomi che manifesta.”

Esistono infezioni che, se trascurate, possono portare conseguenze spiacevoli o addirittura gravi?
“Tutte le infezioni, se trascurate, possono comportare rischi di compromissione della fertilità, cioè raggiungere le tube, provocando una pelviperitonite, danneggiandole.”

Che cosa possono fare le donne particolarmente soggette a micosi o infezioni in generale?
“In genere chi soffre di questo problema sa già, per esempio, che quando prende antibiotici per altri motivi deve subito tamponare con candelette o fermenti lattici il conseguente abbassamento delle difese vaginali (flora lactobacillare)”.

In gravidanza, occorre vigilare in particolar modo sulle infezioni?
“Assoluitamente sì. In questo delicato periodo le infezioni, se trascurate, possono causare contrazioni e infezioni interne (corionamniositi). In particolare, nell’ultimo trimestre l’infezione da streptococco può essere molto pericolosa per il nascituro”.

In questo periodo quali fattori favoriscono l’insorgere di infezioni?
“La gravidanza predispone alle vulvovaginiti e le aggrava sia per la maggiore vascolarizzazione dei tessuti, sia per l’aumento delle secrezioni vaginali”.

Quali sono i sintomi?
“I soliti: perdite più dense, prurito, bruciore, edema più marcato. Dato che la donna si sottopone a controlli mensili, se a lei sfugge qualcosa se ne accorgerà il medico che la segue, prescrivendo all’occorrenza gli accertamenti (tampone e/o urinocultura) necessari e l’eventuale terapia. In particolare, alla trentaseisima settimana a tutte le donne incinte vengono prescritti un tampone e un esame delle urine per lo streptococco beta emolitico: se entrambi risultano positivi, viene subito prescritta la terapia antibiotica; se, invece, risulta positivo solo il tampone, la terapia antibiotica verrà iniziata in fase di travaglio per evitarla al bambino”.

Infine, che cosa succede quando la donna supera la menopausa?
“La flora vaginale cambia totalmente per la mancanza di ormoni (estrogeni) e le pareti vaginali si assottigliano. L’agente patogeno deve essere ricercato fra quelli già descritti ed eliminato con una terapia mirata. Talvolta si tratta solo di fenomeni legati alla distrofia vaginale”.

Con quali conseguenze?
“Sono particolarmente fastidiose e spesso molto dolorose proprio per la secchezza della vagina”.

Come si può rimediare?
“Il rimedio è prevenire questa secchezza ricreando con estrogeni locali un normale trofismo vaginale, e intervenendo possibilmente prima che sopravvenga la caratteristica ‘estrema secchezza’ post menopausa”.

Di Elisabetta Ranieri

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