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Prevenzione

Il farmaco che riduce il rischio di tumori

11/04/2015

Una dose ridotta del noto farmaco a base di acido acetilsalicilico ogni giorno per proteggersi dal cancro. Questo farmaco è infatti la singola azione più efficace per la prevenzione. L’osservazione è contenuta in uno studio dello University College London che azzarda anche una previsione: entro il 2050 saranno rari i decessi causati dal cancro a un’età inferiore a 80 anni. Una previsione basata sulla proiezione delle tendenze attuali, sottolinea un accademico dell’ateneo inglese. Per il professor Jack Cuzick, autore principale dello studio, sarebbe raccomandabile l’assunzione di questo farmaco a basso dosaggio (75mg), per una decade compresa fra i 50 e i 65 anni.

«Nella comunità scientifica si è raggiunto un ampio consenso sulle conseguenze di un consumo abituale di questo farmaco a base di acido acetilsalicilico. Diversi lavori hanno associato questo consumo alla riduzione del rischio di sviluppare tumori in diverse sedi», esordisce il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. «Questa correlazione è stata ricavata dall’analisi dei dati di molti studi effettuati su vasta scala sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari. Secondo uno studio apparso su Lancet, questo farmaco non ha solo l’effetto di ridurre l’incidenza dei tumori ma anche di rallentarne la progressione maligna e la frequenza di produrre metastasi», continua il professore.

 

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Tra le pubblicazioni che hanno affrontato il ruolo preventivo di questo noto farmaco basta citare la ricerca della Queen Mary University di Londra apparsa su Annals of Oncology, secondo cui il numero di decessi e casi di tumore all’apparato digerente si riduce del 30/40% grazie al consumo quotidiano di di acido acetilsalicilico, e tre studi dell’Università di Oxford pubblicati da Lancet, che si sono concentrati invece sui tumori al colon-retto, esofageo, gastrico, delle vie biliari e della mammella. Ma in che modo si gioverebbe dall’assunzione di questo farmaco? «Molto probabilmente – spiega il professor Mantovani – perché ha un effetto antiinfiammatorio: una delle condizioni necessarie per cui si sviluppa un tumore è proprio la presenza di una componente infiammatoria».

Se il consenso è stato raggiunto sull’associazione tra questo farmaco e la riduzione del rischio, l’idea di raccomandarne a tutti la somministrazione è ancora “dibattuta”, sottolinea lo specialista. «Su questo tema si riflette da dieci anni. Non possiamo dire a tutti di farne uso. Se un paziente prende abitualmente questo farmaco, ad esempio per il trattamento o la prevenzione delle patologie cardiovascolari, allora ha un motivo in più per prenderlo, ovvero la sua proprietà preventiva per i tumori», conclude il professor Mantovani.

 

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