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Dermatologia

Primavera: l’importanza di una visita dermatologica

29/03/2022

Con l’arrivo della primavera, è naturale sentire il bisogno di vestirsi un po’ più leggeri, abbandonare i vestiti pesanti ed esporre la pelle ai primi raggi del sole. La pelle, però, è rimasta coperta per diverso tempo, ed è bene conoscere il suo grado di invecchiamento e il suo stato di salute generale.

Infatti, nei giorni di fine inverno la pelle può apparire seborroica, oppure secca a causa di disidratazione o di un’insufficiente presenza di sebo. In diversi casi potrebbe apparire sensibile alle aggressioni atmosferiche, soprattutto a quelle del sole.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Marzia Baldi, responsabile di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni e di Humanitas Medical Care di Bergamo.

Lo stato della pelle tra fine inverno e primavera

La qualità dello stato della pelle tra fine inverno e inizio primavera dipende da vari parametri fisiologici ben specifici. Spiega la dottoressa Baldi: «Tra questi fattori indichiamo le condizioni del film idrolipidico, ovvero dello strato protettivo naturale della pelle costituito da acqua e sebo, la normale acidità del pH, la giusta idratazione, il giusto spessore, una buona qualità delle fibre del collagene, di elastina e della sostanza fondamentale del connettivo, senza dimenticare una buona circolazione capillare. L’alterazione di questi parametri cutanei, quando protratta nel tempo, può favorire un invecchiamento cutaneo precoce».

Pelle e primavera: gli esami necessari

La condizione della pelle si può testare con un esame clinico dermatologico, attraverso l’osservazione con una lente della pelle stessa.

Utile è anche il check-up cutaneo, un esame strumentale non invasivo che permette di verificare lo stato della cute e stabilire quali trattamenti estetici sono indicati per ogni situazione.

Check-up cutaneo: che cos’è e come funziona

«Il check-up cutaneo è impostato su tre fasi», spiega la dottoressa Baldi. 

«Nella prima fase il paziente fornisce allo specialista le informazioni che lo riguardano circa lo stile di vita adottato, i farmaci assunti, le abitudini cosmetiche personali, eventuali problemi della pelle, nonché le modalità di risposta agli agenti atmosferici. La seconda fase consta di un’analisi multispettrale in 3D, tramite telecamera della pelle; durante la terza avviene la misurazione della funzionalità cutanea».

L’obiettivo di questo esame è quello di formulare una diagnosi estetica che permetta di impostare un programma personalizzato di educazione cosmetica.

«Ciò permetterà di programmare le misure di igiene da osservare, a partire dalla scelta dei cosmetici personalizzati, la sospensione del fumo, la necessità di fotoprotezione, ma consentirà anche di stabilire i trattamenti più indicati per il singolo paziente, come ad esempio peeling, filler, biorivitalizzazione dermica. Questo controllo dovrebbe essere eseguito ogni due anni quando si è in giovane età, mentre con la prossimità della menopausa, quando la produzione di sebo tende a diminuire e diventa necessario rivedere la routine cosmetica, dovrebbe divenire un controllo annuale», conclude la dottoressa Baldi.

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