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I parabeni fanno male alla salute?

04/05/2020

Se leggessimo le etichette dei prodotti per la cura del corpo, ci accorgeremmo del fatto che questi si dividano, essenzialmente, in due grandi categorie: quelli che contengono parabeni e quelli che sottolineano di esserne privi.

Negli ultimi anni si è alimentato un dibattito su quanto queste sostanze possano essere dannose per l’organismo, partendo da uno studio del 2004 che supponeva che i parabeni potessero avere un ruolo nello sviluppo del cancro alla mammella.

Ad aiutarci a dipanare i dubbi in merito, la dottoressa Laura Colli, dermatologa di Humanitas Mater Domini.

I parabeni: cosa sono, a cosa servono

I parabeni sono dei composti chimici organici, scoperti negli anni ‘20 e introdotti in commercio intorno agli anni ‘50 del 900, che hanno caratteristiche antimicrobiche.

Sono utilizzati come conservanti dei prodotti per la cura del corpo, ad esempio saponi, creme, prodotti per capelli, e in alcuni farmaci a uso topico, ossia quei farmaci che si applicano direttamente sulla pelle o sulle mucose (come le pomate).

Impediscono a funghi, batteri e altri germi di proliferare nei prodotti, compresi quelli alimentari. Tra i parabeni più comuni ricordiamo il propilparabene, il butilparabene, l’isobutilparabene, l’etilparabene, il benzilparabene.

I primi studi

Lo studio¹ citato è a opera della ricercatrice inglese Philippa Darbre, che nel 2004 pubblicò il suo lavoro sul Journal of Applied Toxicology. La ricercatrice aveva analizzato cellule prelevate da 20 pazienti con cancro al seno, affermando che al loro interno avesse trovato tracce di parabeni. Questo avrebbe significato che le cellule maligne fossero in grado di assorbire queste sostanze, ma lo studio, per essere completo, avrebbe dovuto riguardare un campione decisamente più ampio ed espandersi non solo alle cellule malate, ma anche a quelle sane. Nel corso degli anni sono stati molti gli studi che hanno ragionato su questo argomento, ma fino a ora nessuno è riuscito a dimostrare che i parabeni (come quelli contenuti nei deodoranti, di cui si è spesso sentito parlare) siano davvero responsabili dello sviluppo del cancro.

Quali sono i rischi per la salute?

In primo luogo, bisogna sottolineare il fatto che, nei prodotti di bellezza, il quantitativo di parabeni è minimo, per non dire trascurabile. Uno studio² recente ha osservato che i parabeni si mantengono nel sangue, nelle urine e anche nel latte materno anche qualche ora dopo il loro utilizzo sulla pelle.

Tuttavia, l’unico effetto che potrebbero avere i parabeni sarebbe quello di mimare il comportamento degli estrogeni, ma, anche gli studi più recenti³ hanno dimostrato che l’attività estrogenica dei parabeni è di decine di volte inferiore, per non dire nulla, rispetto ai nostri ormoni naturali.

Quali sono gli ingredienti che dovremmo preferire, nella scelta di un prodotto?

A fronte della non dimostrazione della nocività dei parabeni e della loro utilità nel preservare i prodotti, suggerirei di scegliere prodotti contenenti queste sostanze, a meno di non esservi allergici. I prodotti “paraben-free” contengono comunque sostanze conservanti, infatti nessuna azienda rischierebbe di mettere in commercio un prodotto senza nessun tipo di conservante rischiando di esporre i propri consumatori a infezioni pericolose o di vendere dei prodotti avariati.

Queste sostanze conservanti, a differenza dei parabeni che sino a prova contraria sono “innocenti”, possono avere dei rischi per la salute se presenti in alte dosi, come il fenossietanolo o l’imidazolidinil urea, che possono trasformarsi nel nostro organismo in metaboliti dotati di tossicità (4, 5) e dei quali quindi è stata abbassata la concentrazione nei prodotti in commercio.

Per le persone allergiche ai parabeni, sono disponibili sui nostri scaffali un gran numero di prodotti contenenti altri multipli ingredienti che, usati in sinergia e in piccole dosi, hanno un effetto conservante molto maggiore che se fossero utilizzati da soli. Oppure, novità di questi ultimi anni, sono in vendita prodotti in confezioni speciali che rendono la preparazione (di solito si parla di creme) inaccessibile ai microrganismi, come confezioni sottovuoto con pompe di non ritorno.

 

 

 

Gli studi citati

1 J. Appl. Toxicol. 2004. Concentrations of parabens in human breast tumours. Darbre P. D., Aljarrah A., Miller W.R., Coldham N.G. , Sauer M.J., Pope G.S..

2 Chemosphere. 2018, Parabens in human urine from several Asian countries, Greece, and the United States. Honda M., Robinson M., Kannan K..

3 Toxicol Mech Methods. 2020 Mar, Paraben concentrations found in human body fluids do not exert steroidogenic effects in human granulosa primary cell cultures. Herrera-Cogco E, López-Bayghen B, Hernández-Melchor D, López-Luna A, Palafox-Gómez C, Ramírez-Martínez L, López-Bello E, Albores A, López-Bayghen E

4 Regul Toxicol Pharmacol. 2015 Nov, Development of a physiologically-based pharmacokinetic model of 2-phenoxyethanol and its metabolite phenoxyacetic acid in rats and humans to address toxicokinetic uncertainty in risk assessment. Troutman JA, Rick DL, Stuard SB, Fisher J, Bartels MJ.

5 Dermatol Ther. 2014, A review of selected chemical additives in cosmetic products. Juhász ML, Marmur ES.

 

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