Le vertigini rappresentano un disturbo dell’equilibrio. Sebbene tradizionalmente ci si rivolga a un otorinolaringoiatra per una diagnosi, nella maggior parte dei casi le vertigini sono più legate al cervello che all’orecchio. Pertanto, è importante sottoporsi a una visita neurologica in presenza di questi disturbi.
Ne abbiamo parlato con il professor Maurizio Versino, neurologo presso Humanitas Mater Domini e i centri medici Humanitas Medical Care.
Le diverse tipologie di vertigini
Le forme più comuni includono:
- vertigine parossistica posizionale benigna
- vertigine psicogena
- emicrania vestibolare
- vertigine da disturbi del sistema nervoso centrale
- malattia di Menière
- neurite vestibolare
- vestibolopatia bilaterale.
Le vertigini possono quindi originarsi a livello “centrale” (per l’incapacità del cervello di integrare gli input dell’equilibrio) o “periferico” (per un’alterazione del funzionamento dei recettori vestibolari dell’orecchio o del nervo vestibolare), e la valutazione specialistica del paziente deve essere in grado di valutare entrambe queste possibilità.
Vertigini: quando rivolgersi a uno specialista?
Le sensazioni di instabilità lieve, di breve durata e/o occasionali non richiedono una valutazione medica. Tuttavia, in presenza di vertigini intense che compromettono la capacità di stare in piedi, associate a un’erronea percezione di movimento (di se stessi o degli oggetti circostanti) e da eventuali altri sintomi e che si verificano in modo ricorrente, è consigliabile sottoporsi a una valutazione specialistica.
Durante la visita medica, la raccolta dell’anamnesi rappresenta il primo fondamentale passo, e consiste nell’ascoltare i sintomi del paziente e ottenere una descrizione dettagliata del disturbo, inclusi i momenti di insorgenza, la durata e la presenza di eventuali sintomi associati. Successivamente, l’esame clinico si concentra sulla valutazione specifica del sistema vestibolare, osservando i movimenti degli occhi in diverse situazioni: a testa ferma, durante il movimento della testa o del corpo, e valutando la coordinazione degli arti e la stabilità durante la stazione eretta e la deambulazione. Quando possibile, durante l’esame clinico vengono valutate anche le funzioni uditive e visive. Infine, vengono eseguite le restanti manovre dell’esame neurologico standard.
Vertigini: quali sono gli esami per la diagnosi?
L’anamnesi e l’esame clinico forniscono un primo sospetto diagnostico, ma talora sono sufficienti. Gli esami strumentali vengono utilizzati per confermare questo sospetto o per distinguere tra diverse possibilità diagnostiche. Alcuni test sono specifici per valutare il sistema vestibolare, mentre altri sono utilizzati per valutare il sistema uditivo e visivo. In molti casi, può essere indicato eseguire una risonanza magnetica nucleare del cervello per individuare eventuali alterazioni. Inoltre, può essere necessario verificare la presenza di malattie non legate al sistema vestibolare ed all’equilibrio, come alterazioni della pressione arteriosa, della glicemia, della funzionalità tiroidea o di altri sistemi che possono causare una sensazione aspecifica di disequilibrio. È importante notare che l’elenco non include la valutazione della colonna cervicale, poiché, contrariamente a quanto spesso si pensa, è raramente utile ai fini della diagnosi di vertigine parossistica posizionale benigna.
Come si curano le vertigini?
Il trattamento delle vertigini dipende dal tipo specifico di vertigine. Sebbene ci siano farmaci che possono aiutare ad alleviare il disagio e la nausea associati alle vertigini, esistono anche trattamenti specifici per diverse condizioni:
- Per la vertigine parossistica posizionale benigna, sono utilizzate delle manovre liberatorie specifiche.
- Per l’emicrania vestibolare e la malattia di Ménière, sono impiegate terapie di profilassi mirate.
- Per la malattia di Ménière, in alcuni casi possono essere prescritte terapie intratimpaniche.
- La riabilitazione vestibolare è un’altra opzione terapeutica che può essere utilizzata per migliorare i sintomi e la funzionalità del sistema vestibolare.
- Inoltre, in molte situazioni, una terapia psicofarmacologica può essere utile per gestire la componente di ansia e allarme associata alle vertigini, aiutando così a ridurre la loro gravità e durata.