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La psoriasi e le cure coi farmaci biologici

18/09/2007

Di psoriasi soffrono milioni di persone e spesso le cure farmacologiche risultano deludenti per la maggior parte dei soggetti. Solo di recente, però, con l’avvento dei farmaci biologici, si è aperto uno spiraglio sulla comprensione degli eventi che condizionano questa patologia e sulle possibilità di trattamento. Ne parliamo con i professionisti di Humanitas.

Esiste una predisposizione genetica per questa patologia?
La psoriasi, pur non essendo una malattia ereditaria nel senso stretto del termine, è una malattia con alta predisposizione familiare, anche se qualche volta non conosciamo altri soggetti psoriasici tra i familiari: si tratta di salto di generazione.

La pelle di un soggetto colpito da psoriasi risulta infiammata e particolarmente secca: bere molta acqua e seguire una dieta povera di grassi aiuta a far regredire la patologia?
Bere molta acqua o seguire una particolare dieta non aiutano a curare la psoriasi; anzi, alcune diete privative, per via dello stress che inducono, sono peggiorative per la malattia.

Qual è lo stile di vita più adatto ad un soggetto affetto da psoriasi?
Molti sostengono che la psoriasi sia pura espressione psicosomatica, per cui si manifesterebbe più facilmente su soggetti emotivamente fragili o colpiti da eventi particolarmente stressanti; nell’esperienza pratica sembra invece che sia la psoriasi stessa ad indurre stress, più di quanto quest’ultimo abbia influenzato il manifestarsi della patologia. Vengono comunque considerati fattori scatenanti o aggravanti per la psoriasi: lo stress psichico, lo stress fisico (mancato recupero della stanchezza), malattie concomitanti (diabete, morbo di Parkinson, infezioni a focolaio), assunzione di alcuni farmaci (cortisone, antipertensivi, immunosoppressori), cambiamenti di stagione, cambiamenti di clima, trasferimenti in altri continenti.

Cercare di condurre nei limiti del possibile una vita più tranquilla può aiutare quindi il soggetto psoriasico a stare meglio, ma il disagio estetico e fisico invece come si può guarire?
I riducenti naturali sono molto utili; in Humanitas sono stati ottenuti risultati così positivi, al punto da creare un opuscolo informativo da distribuire in ospedale, fatto di riflessioni più o meno ovvie e di suggerimenti di comportamento. Si propongono trattamenti di cura differenziati a seconda della zona colpita: cuoio capelluto, unghie, corpo, mani e piedi.

Quindi, si può controllare o sconfiggere il fastidio quotidiano della psoriasi tramite rimedi naturali? Può spiegarci meglio?
Quando la psoriasi è limitata e non s’intende ricorrere ai farmaci, si possono impiegare i così detti riducenti naturali: ovvero, quei principi attivi presenti in natura che, applicati sulla cute, hanno dimostrato di ridurre la crescita psoriasica. Quelli più utilizzati e con maggior documentazione clinica sono: zolfo; acido salicilico; ittiolo solfonato; catrame minerale.

Ecco una descrizione delle cure proposte in Humanitas.

Quando la psoriasi è al corpo?
Sulle chiazze di psoriasi si applica, una volta al giorno, la sera, la crema cosiddetta solfosalicilica che contiene i seguenti principi attivi naturali: lo zolfo, di cui sono ricche le cheratine (le proteine dello strato corneo), è utilizzato, fin dai tempi più remoti, per la cura delle affezioni cutanee e per la psoriasi in particolare.
L’acido salicilico, inizialmente estratto dalla corteccia del salice, è utilizzato per le sue proprietà curative fin dall’antichità, svolge azione antisettica, antifungina, cheratolitica e riducente.
Esistono poi altri due preparati, che possono essere applicati sempre una volta al giorno, la sera, insieme od in alternanza alla crema solfosalicilica: l’Ittiolo Solfonato, un principio naturale formatosi 200 milioni di anni fa da sedimenti marini con proprietà antisettiche, antinfiammatorie e antipruriginose e, il Catrame Minerale, prodotto dalla distillazione del carbon fossile, che presenta però dei limiti: non può essere utilizzato sui capelli perché ne altera il colore, è poco tollerato nelle aree delicate come il volto o i genitali, è indelebile sui vestiti e non va associato alla luce solare perché è un potente fotosensibilizzante.

Quando la psoriasi è palmo-plantare?
La filosofia di “acquietamento” della psoriasi palmo-plantare prevede l’esclusione degli stimoli proinfiammatori eliminabili. Tra questi il più importante è il contatto con acqua e detergenti. L’acqua di per sé è un elemento irritante nello stato psoriasico; infatti ha la capacità di penetrare tra le squame e nelle fissurazioni apportando umidità e quindi crescita microbica con conseguente irritazione della parte. I tensioattivi, poi, presenti nei detergenti, sono un ulteriore elemento proinfiammatorio da cui proteggere la cute psoriasica. Anche le polveri sono elemento di notevole irritazione e occorre tenerle lontane dalla pelle. Anche in questo caso l’applicazione del riducente naturale va eseguita alla sera insistendo molto con il massaggio perché in sede palmo-plantare l’assorbimento dei prodotti topici, dato lo spessore dello strato corneo, è minimo. La regola generale comunque per chi soffre di psoriasi a mani e piedi è di bagnarle il meno possibile: situazione che richiede ingegno ed organizzazione. Una soluzione potrebbe essere un paio di guanti di vinile per le mani, oppure l’utilizzo di un disinfettante “a secco”; come per esempio una soluzione acquosa di benzalconio cloruro.

Quando la psoriasi è alle unghie?
Non potendo intervenire efficacemente con i farmaci si preferisce utilizzare i riducenti naturali. Sia lo zolfo che l’acido salicilico esercitano sull’unghia un’azione riducente, antimicrobica e desquamante. La crema solfosalicilica, pur non svolgendo una vera azione terapeutica nei confronti della psoriasi ungueale, è quella che ottiene i migliori risultati, perché contribuisce a rendere più morbida la lamina, aiuta a facilitare il distacco dell’accumulo di squame sottoungueali, e protegge dalle infezioni sia la lamina che la cute intorno ad essa . La crema solfosalicilica si utilizza, con un’applicazione al giorno, in piccola quantità, iniziando il massaggio dal margine libero, poi sulla lamina ed infinesulla pelle periungueale; il trattamento non ha limiti di tempo.

Quando la psoriasi è al cuoio capelluto?
Gli shampoo sono controindicati, perché contengono tensioattivi che irritano oltremodo il capillizio affetto da psoriasi. Bisogna preferire l’utilizzo di una crema da lavaggio o Base Lavante: un’emulsione composta da grassi affini alla cute, tenuti insieme da tensioattivi, che priva di lauril solfato, riesce a detergere ugualmente i capelli senza provocare secchezza o irritazione. Così facendo, diminuisce il prurito e la desquamazione. Infine, è opportuno evitare di staccare le squame dal capillizio durante il lavaggio e asciugare i capelli con un telo di spugna di cotone. Conviene non abusare con il phon, cercando di non indirizzare l’aria calda direttamente sul cuoio capelluto.
Se si sono formate crostosità è opportuno applicare la sera la crema Solfosalicilica e lavarsi con la Base Lavante al mattino.

 

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