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Tecnologia

Laser e occhiali per battere il cheratocono

12/09/2005

Il principio è lo stesso che viene applicato in ambito automobilistico per irrobustire la carrozzeria e in ambito dentistico per rendere più solide le otturazioni. Oggi il laser ad ultravioletti trova efficace utilizzo anche in oculistica, grazie ad apparecchiature speciali, per rinforzare la cornea malata evitando trattamenti più invasivi come il trapianto.
La prima applicazione di questo principio in Italia è rappresentata dal cross-linking corneale, tecnica innovativa e non invasiva per la cura del cheratocono. Insieme ai super-occhiali aberrometrici, che permettono di compensare difetti della cornea fino ad oggi parzialmente correggibili solo con le lenti a contatto, e alle lenti intraoculari colorate e multifocali per la cataratta, è una delle principali novità presentate nel corso di Refr@ctive.online (www.refractiveonline.it), il Congresso Internazionale di Oculistica in programma dal 15 al 17 settembre 2005 a Milano. L’appuntamento scientifico, giunto alla sesta edizione, è organizzato dal dott. Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas, e si tiene a Milano presso il Milan Mariott Hotel di via Washington 66.

La prima terapia non invasiva per il cheratocono
Il cross-linking corneale trova oggi la sua principale applicazione nella cura del cheratocono, la patologia oculare che colpisce ogni anno 50 persone ogni 100.000. Il cheratocono è una malattia legata ad una debolezza strutturale della cornea che progressivamente tende a sfiancarsi, estroflettersi ed assottigliarsi all’apice assumendo la forma di un cono. Ha origini genetiche, solitamente si manifesta in pazienti giovani fra i 20 e 30 anni, ha un’evoluzione soggettiva, e determina all’inizio un peggioramento della qualità visiva, negli stadi più avanzati opacizzazione e in alcuni casi anche la perforazione della cornea.
L’ospedale di Siena e Humanitas sono i primi centri italiani a curare il cheratocono con una nuova tecnica messa a punto in Germania: la terapia di cross-linking corneale, basata sull’utilizzo di un laser a raggi ultravioletti, che permette di arrestare l’evoluzione del cheratocono evitando il trapianto.
Fino ad oggi la correzione di questo grave difetto refrattivo era affidata ad occhiali speciali o lenti a contatto, quindi al trapianto in caso di evidente deformazione della cornea.
“Il cross-linking corneale è assolutamente indolore e viene effettuato in Day-Hospital – spiega il dottor Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas che insieme al dott. Pietro Rosetta sta applicando questa tecnica -. Sulla superficie della cornea viene instillata una sostanza fotosensibile che, illuminata dai raggi UV, genera l’avvicinamento delle lamelle corneali (gli strati che compongono la superficie della cornea) solo dove necessario, senza danneggiare le cellule circostanti della retina. Gli effetti del trattamento hanno una durata di 4-5 anni, dopodiché può essere necessario ripetere l’intervento. Si tratta di un grande passo in avanti della medicina italiana che oggi può mettere a disposizione di molti giovani pazienti che rischiano la cecità una tipologia di cura efficace e non invasiva. Il passo successivo sarà quello di lavorare su strumenti innovativi, come ad esempio il sistema Scheimpflug, in grado di diagnosticare precocemente il cheratocono ed individuare soggetti a rischio anche grazie campagne di screening mirate”.

Super-occhiali aberrometrici per correggere le deformità corneali
Humanitas è il primo centro in Italia ad utilizzare gli innovativi occhiali aberrometrici. Diversamente dai normali occhiali consentono non solo di correggere miopia, presbiopia e astigmatismo, ma anche di compensare difetti della cornea fino ad oggi parzialmente correggibili ma solo con le lenti a contatto: ferite corneali, cicatrici chirurgiche e, di nuovo, il cheratocono nelle sue fasi iniziali.

Lenti colorate e multifocali per la cataratta
Humanitas è il primo ospedale italiano ad utilizzare lenti intraoculari di ultima generazione per la cataratta, del tutto simili al cristallino naturale per colore, morfologia e caratteristiche ottiche.
Si tratta di lenti colorate, di un giallo paglierino: a differenza di quelle comuni (trasparenti), proprio come il cristallino hanno la capacità di filtrare i raggi solari ultravioletti che a lungo andare danneggiano la retina. Inoltre come il cristallino hanno forma asferica, ossia più curva nel centro e più piatta ai bordi. Mentre le lenti sferiche utlizzate fino ad oggi consentono una buona visione centrale e in condizioni di molta luce, ma meno in periferia e con poca luce, queste nuove lenti adattandosi alla forma naturale della cornea permettono una visione migliore, in qualsiasi situazione.
E non è tutto. Queste lenti possono infatti essere anche multifocali, ossia in grado di emulare la capacità del cristallino naturale di mettere a fuoco sia da lontano che da vicino, permettendo una buona visione in ogni condizione.
“Da qui – spiega il dott. Vinciguerra – l’origine dell’orientamento moderno degli specialisti nei confronti della cataratta: meglio intervenire il prima possibile. Non conviene più aspettare che la visione sia quasi del tutto compromessa, come un tempo, perché le nuove tecniche consentono un recupero della vista completo”.

Di Monica Florianello

Il programma del convegno è consultabile sul sito www.refractiveonline.it.

Per informazioni sul protocollo sperimentale per la cura del cheratocono:
Istituto Clinico Humanitas – Ambulatorio della Cornea
tel. 02.8224.1 – 02.8224.6205

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