La situazione nei Paesi dell’Africa occidentale colpiti da Ebola nelle ultime settimane è ulteriormente peggiorata. In Guinea, Libera e Sierra Leone, i centri nevralgici dell’epidemia, il numero di nuovi contagi e di decessi cresce rapidamente. Nonostante in Svizzera, così come in Italia, il rischio di insorgenza di casi di Ebola al momento sembri essere basso, gli ospedali universitari si stanno già preparando all’eventualità di dover accogliere casi sospetti. Sono numerose le strutture in Svizzera già in grado di curare e supportare pazienti malati di Ebola, altre invece stanno elaborando e testando i protocolli di sicurezza, istruendo il personale ad affrontare eventuali casi di emergenza.
Attualmente inoltre nel Paese sono stati messi a disposizione di coloro che richiedono asilo centri nazionali d’accoglienza. Le autorità cantonali hanno già avuto modo di approfondire e accertare un numero di casi sospetti, anche se numericamente molto limitati, in cui il contagio da virus Ebola non poteva essere escluso a priori. Fino a questo momento comunque non è stato confermato alcun caso di malattia. Al controllo aeroportuale la Svizzera, non disponendo di alcun collegamento aereo diretto con i paesi ad alto rischio epidemiologico, ha rinunciato puntando invece sull’ottimizzazione e sul potenziamento della comunicazione rivolta alle persone che viaggiano spesso.
Il Paese prosegue con le iniziative volte a sostenere i tre Paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia, e il Consiglio federale ha inoltre deciso di esaminare la possibilità di far intervenire l’esercito, e sta già verificando la disponibilità di esperti, materiale ed elicotteri, con l’obiettivo di contribuire attivamente ad arrestare la più drammatica epidemia degli ultimi quarant’anni.
