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Senologia

“Tumore al seno, attività fisica contro gli effetti collaterali della terapia ormonale”, vero o falso?

18/07/2017

Secondo una ricerca della Syracuse University (USA), circa il 40% delle donne che hanno superato il tumore al seno, interrompe la terapia ormonale necessaria per evitare il rischio di recidiva, a causa degli effetti collaterali; alcuni però suggeriscono di pratica attività fisica per evitarli. Vero o falso? Risponde il dottor Andrea Sagona, chirurgo senologo di Humanitas Cancer Center.  

Vero. Grazie al movimento è possibile, in parte, minimizzare i dolori articolari che si manifestano, come effetto collaterale della terapia ormonale, principalmente a ginocchia e caviglie ma anche alle piccole articolazioni delle mani – dice l’esperto. – Prescritta principalmente a donne in post-menopausa dopo l’intervento di tumori al seno positivi per i recettori degli estrogeni perché inibiscono la produzione di estrogeni bloccando l’azione dell’enzima aromatasi, la terapia ormonale non è però priva di effetti collaterali, come il dolore articolare, l’aumentato rischio o il peggioramento di osteoporosi o riduzione della massa ossea (osteopenia), a cui è possibile far fronte grazie all’attività fisica. In particolare le donne obese o in sovrappeso possono beneficiare dell’attività fisica per evitare questi effetti collaterali; va infatti ricordato che l’eccesso di peso aumenta il rischio di recidiva perché stimola una maggiore secrezione di estrogeni oltre a sovraccaricare le articolazioni e provocare dolore. Molte sono le attività che una donna può effettuare per contenere gli effetti collaterali della terapia ormonale: per esempio camminare a passo veloce, correre, nordic walking, e in inverno, lo sci di fondo. Bicicletta e cyclette invece agiscono meno sulla prevenzione dell’osteopenia e osteoporosi perché viene meno il carico dovuto alla forza di gravità sulle ossa, fattore importante per prevenire la riduzione della densità ossea, che quindi è più indicato nelle pazienti che hanno problemi articolari o disabilità che impediscono la normale deambulazione.”

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