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Distorsione alla caviglia: ghiaccio e arto elevato. Così il primo soccorso

06/08/2015

Una distorsione alla caviglia e addio sport sulla spiaggia. Un piede poggiato male, la sua pianta che si piega all’interno, una fitta di dolore e la caviglia che si gonfia. Il ghiaccio è il primo soccorso contro uno dei traumi sportivi più odiati dell’estate, causa di corse al pronto soccorso.

«Un cambio di direzione improvviso, uno sprint durante una corsa, specie se su un terreno accidentato, uno scatto e poi una battuta d’arresto possono causare una distorsione alla caviglia. Anche la sabbia, da questo punto di vista, può essere terreno insidioso su cui correre e saltare», dice la dottoressa Maria Cristina D’Agostino, specialista ortopedico e responsabile del Centro Terapia Onde d’Urto dell’ospedale Humanitas.

Il dolore è il primo campanello d’allarme di questo trauma. Ma quali segni lascia una distorsione alla caviglia? «La caviglia si gonfia, c’è quindi tumefazione, e nei casi di distorsione più severa può comparire anche l’ematoma, nelle ore e giorni successivi al trauma».

Cosa deve fare chi ha preso una brutta distorsione alla caviglia?

«La terapia di una distorsione di caviglia prevede 4 “regole-base” da seguire che, per semplicità, vanno sotto l’acronimo R.I.C.E.: Rest, ovvero riposo e astensione da attività sportiva; Ice, ossia mettere subito del ghiaccio; Compression, applicare un bendaggio, o un tutore, sulla parte lesa; Elevation, cioè mantenere gamba e piede in alto per favorire la riduzione dell’edema (ed eventualmente dell’ematoma)».

«È bene precisare che, se per il “fai da te”, come primo soccorso, riposo-ghiaccio-arto elevato vanno benissimo, il bendaggio è bene che venga eseguito con perizia dal personale sanitario per evitare il rischio di interferire sulla circolazione e/o di peggiorare la situazione. Il ghiaccio di per sé può anche aiutare a controllare il dolore, soprattutto se applicato in fase molto precoce (attenzione a non posizionarlo a diretto contatto con la pelle perché si rischia una “ustione” da freddo! Usare sempre un asciugamano sottile o una pezza di cotone). Relativamente all’uso di farmaci, è sempre preferibile consultare un medico appena possibile», suggerisce la specialista.

Se il dolore alla caviglia è davvero forte, non poggiare il piede a terra

«In presenza di dolore intenso e tumefazione rilevante, specie se associati a ematoma, è importante proprio non poggiare il piede a terra e recarsi il prima possibile al pronto soccorso, dove una radiografia potrà rilevare o escludere eventuali fratture (talora si può anche trattare di piccole fratture o distacchi, ovvero di fratture da avulsione, non si rompe cioè un legamento, ma si distacca quella parte di osso dove il legamento stesso si inserisce, ad esempio l’apice di un malleolo). Non necessariamente l’ematoma è correlato a una frattura: in tal caso si valuterà l’eventuale possibile lesione di un legamento e il tipo di contenzione da mettere in atto (da un semplice bendaggio a un tutore o anche un emistivaletto gessato)».

Com’è il decorso di una distorsione alla caviglia?

«Le prime settimane sono molto importanti, e possono condizionare l’evoluzione successiva. Se si rispetta la regola R.I.C.E. sopra citata, e soprattutto se si ottiene una relativamente rapida risoluzione dell’ematoma/edema e dolore, il decorso sarà potenzialmente più favorevole e rapido, con minor rischio che il dolore si cronicizzi. Molto importante per poter recuperare al meglio la funzionalità e la stabilità della caviglia è la riabilitazione, sia per riprendere la funzione ed il tono muscolare, sia per rieducare il controllo neuromuscolare (propriocezione) della parte colpita, e prevenire ulteriori distorsioni. Una prima distorsione di caviglia predispone infatti al rischio di recidiva, specie se si è verificata anche una lesione legamentosa. È consigliabile quindi rivolgersi quanto prima allo specialista anche se la risoluzione della distorsione è stata rapida e magari autogestita, per evitare o ridurre il rischio di sequele a lungo termine».

Che fare se il dolore alla caviglia non passa?

«Se il dolore tende a cronicizzare e durare oltre i due mesi, nonostante le terapie adeguate, allora è utile approfondire con ulteriori controlli (in genere risonanza magnetica). In taluni casi infatti, specie per distorsioni di grado elevato, potrebbe essersi verificata eventualmente anche una contusione dell’osso e della cartilagine a livello della caviglia, con necessità di proseguire il percorso terapeutico con ulteriori specifici trattamenti», conclude la dottoressa D’Agostino.

 

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