Tre ori olimpici, due titoli europei, due titoli mondiali e la Coppa del Mondo di specialità. Un medagliere notevole per Paola Pezzo, la bella ciclista di Boscochiesanuova che, purtroppo, alle scorse Olimpiadi di Atene è stata costretta al ritiro dal mal di schiena. Le abbiamo rivolto qualche domanda per capire com’è il rapporto con la salute per uno sportivo ai massimi livelli, costretto a preoccuparsene anche e soprattutto in relazione al conseguimento dei risultati.

Quali sono i “punti deboli” del ciclista?
“Per le donne le malattie di stagione, perché le debilitano più di quanto non accada agli uomini”.

Quali sono gli aspetti più importanti nella preparazione atletica?
“La determinazione nel programmare gli allenamenti e seguirli con costanza nel minimo dettaglio, senza mai sgarrare”.

Quanto ti alleni ogni giorno?
“Dalle 3 alle 5 ore. Sette giorni su sette”.

Quanto conta l’alimentazione?
“È molto importante, anche se io non seguo una dieta particolare, ma semplicemente equilibrata e regolare, che non cambia a seconda che sia periodo di competizioni o di ‘vacanza’”.

Che cosa mangia prima delle gare?
“Se le gare si svolgono di mattina, faccio una buona prima colazione. Se, invece, sono di pomeriggio, mangio quattro ore prima del via un pasto a base di carboidrati”.

Quali consigli può dare agli appassionanti dilettanti di mountain bike per affrontare sempre in forma e ben equipaggiati i propri percorsi?
“Per la preparazione atletica bisogna farsi consigliare e seguire da un preparatore che ti conosca approfonditamente e che sappia quali sono i tuoi valori anche in base a un test. A tavola, l’importante è non esagerare con i grassi, le fritture e i condimenti. Per quanto riguarda l’abbigliamento, in inverno ci sono attrezzature specifiche che ti riparano dal freddo senza intralciare i movimenti, appesantire o far sudare (calzamaglia, copriscarpe, maglia a maniche lunghe e giubbino in goretex); in estate bastano una maglia a maniche corte e un paio di pantaloncini corti, ma senza dimenticare un giubbino antivento e i guanti. Da ricordare assolutamente sempre: il casco”.

Come si devono scegliere i materiali?
“Ci sono dei negozi specializzati dove va bene farsi consigliare su quello che serve per andare in mountain bike. Dopodiché dipende da quel che si vuol spendere. Per quanto riguarda la bici, un buon prodotto a livello di prestazioni e sicurezza parte da 600 euro, ma si può arrivare fino a 5.500 con il top della gamma!

C’è un’età minima o massima per la muontain bike?
“A livelli alti si arriva fin verso i 35 anni, poi si può proseguire senza sforzare. Per iniziare consiglio minimo i 13/14 anni, ma senza l’esasperazione della competizione”.

Come sportiva sarà sotto perenne controllo medico. Ma come donna – e mamma – come è il suo rapporto con la salute? Che importanza ha nella tua quotidianità?
“Sì, in effetti sono davvero sotto il perenne controllo di un medico. Noi ciclisti abbiamo una cartella clinica che viene controllata e compilata ogni mese. Per esempio, se vado dal dentista, devo avvisare il medico della mio squadra che lo registra sulla mia cartella.
Ma sono sotto controllo medico anche come donna e neanche come mamma. Mamma lo sono da due anni e ad oggi direi che sono più mamma che atleta”.

Qual è il tuo medico di fiducia o ideale?
“Quello della squadra. D’altra parte non potrebbe essere diverso, visto che è lui alla fine a tirare sempre le fila del nostro complessivo stato di salute”.

Ti informi di salute sui media?
“Qualche volta, ma non in modo particolare”.

Prossimi obiettivi o appuntamenti importanti?
“Mi rimetterò sui sentieri per questa stagione senza troppa pressione. Correrò per la Coppa del Mondo e il Mondiale a Livigno, però senza assillo del risultato: quello che dovevo fare l’ho già fatto”.

Di Elisabetta Ranieri