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Schiena & sport

03/06/2003

Se tenete alla salute della vostra schiena, dovete sicuramente fare attenzione alla postura sul sellino della bicicletta e tenere basse velocità sulle piste da sci, mentre potete dedicarvi con tranquillità all’equitazione, alla corsa e allo sci di fondo. Ecco che cosa ci ha spiegato il dott. Lorenzo Panella, riguardo la pratica di sport individuali tra i più comuni e le possibili ripercussioni negative sulla colonna vertebrale.

E’ vero che equitazione e nuoto sono sport pericolosi per la schiena?
“Diversamente da quanto spesso si pensa, l’equitazione non fa male alla schiena più di altri sport. Le sollecitazioni date dal movimento del cavallo implicano certamente microtraumatismi che non hanno però rilevanza nei soggetti sani.
Complesso, e inaspettato per i più, il discorso relativo al nuoto. I pericoli, però, sono principalmente legati alla pratica a livello agonistico: il tasso di ripetitività dei microtraumi è talmente elevato da rendere il nuoto agonistico uno degli sport più lesivi per la colonna. Chi nuota a livello amatoriale, invece, sfugge all’eccesso numerico dei microtraumi. Dei quattro stili, la farfalla e la rana sono considerati più rischiosi.”

E sulle piste da sci, cosa rischia la colonna vertebrale?
“I rischi per lo sciatore sono principalmente legati a movimenti di rotazione, torsione e compressione che si verificano sulle cunette, nei cambi di pendenza oppure nei salti. Diverso è il discorso per lo sci di fondo, che non comporta per il fisico sano né rischi di traumatismo né rischi legati alla postura.”

E la corsa, non comporta anch’essa dei microtraumatismi continui?
“Sì, ma abbastanza ininfluenti per chi non ha problemi alla colonna vertebrale. Se, invece, si è in presenza di una colonna predisposta (nel caso di discopatie basse), il microtraumatismo continuo sui segmenti bassi aumenta il disturbo, soprattutto se si corre con scarpe non idonee, senza effetto ammortizzante, e su terreni rigidi come l’asfalto.”

Il ciclismo amatoriale, indicato nel caso di disturbi cardiovascolari, può causare problemi alla schiena?
“Cervicalgia, lombalgia, dorsalgia, dolore a spalla e trapezio sono problemi frequentissimi nei ciclisti a causa della posizione particolare sulla bicicletta, dovuta soprattutto all’estensione del rachide e del collo, delle vibrazioni trasmesse dal terreno oppure delle anomalie del mezzo (anche una sella messa male può dare problemi).”

Anche una sella troppo alta di pochi millimetri potrebbe causare mal di schiena?
“La sella troppo alta causa un eccessivo movimento dell’articolazione sacroiliaca, che può provocare dolore lombare e alle natiche. In bicicletta si devono usare il grande gluteo e il bicipite femorale per estendere completamente l’arto inferiore. La regola più semplice è che l’altezza della sella consenta circa 15/25 gradi di flessione del ginocchio quando l’avampiede è sul pedale e il pedale è nella posizione delle 6 del quadrante dell’orologio.
Si raccomanda inoltre che la sella non venga mai abbassata o alzata di colpo, bensì non più di 3 mm alla settimana, e che sia orizzontale o leggermente inclinata verso l’alto, per evitare che il ciclista scivoli in avanti, gravando troppo su mani, braccia e spalle. I pedali nella posizione delle 3 e delle 9 dell’orologio dovrebbero consentire un buon appoggio dell’avampiede e una linea a piombo tangente alla parte anteriore del ginocchio, nella parte centrale della rotula, dovrebbe cadere al centro dell’asse del pedale. Spesso, infine, i ciclisti accusano dolore o indolenzimento al collo dovuti a una scorretta distanza tra sella e manubrio.”

Che cosa si può fare, invece, per rendere la schiena del ciclista più “invulnerabile”?
Da un punto di vista riabilitativo è fondamentale lo stretching del muscolo paravertebrale della schiena e degli ischiocrurali. Serve a diminuire la fatica e migliorare rendimento, a evitare le tensioni e il dolore a livello della zona lombare dovuti al movimento limitato del pedalare che non consente mai né una completa contrazione né una completa estensione. Lo stretching può essere fatto anche in bicicletta, quando si corre da soli, a velocità controllata, non in mezzo al traffico e non su strade sconnesse. Inoltre vanno rafforzati gli addominali (che in bicicletta non vengono sollecitati), per impedire che la parte inferiore della schiena si incurvi all’interno, procurando tensione a livello dei muscoli, dei legamenti e dei dischi lombari.”

A cura di Francesca Blasi

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