Stai leggendo Vademecum per lo sciatore

Sport

Vademecum per lo sciatore

18/12/2001

Negli ultimi decenni le tecnologie avanzate hanno imposto una radicale trasformazione agli sport invernali, introducendo nuovi materiali e nuovi attrezzi primari (sci e racchette), favorendo un vero e proprio boom di appassionati. E’ cambiata radicalmente anche la tipologia dei traumi che possono seriamente compromettere lo “status” fisico degli sciatori. Una ragione in più per seguire alcuni buoni consigli finalizzati a prevenire incidenti sul manto bianco. Quindi, uno per uno, gli infortuni più frequenti e i consigli dei nostri esperti e medicina dello sport.

Alcuni buoni consigli per prevenire gli incidenti sulla neve
– Regola numero uno: non improvvisate mai. Fate esercizi di stretching e ginnastica pre-sciistica prima di affrontare la pista, per riscaldare i muscoli ed evitare di arrivare “freddi” all’impatto con la vostra prima discesa.
– Curate nei minimi dettagli la preparazione atletica, da svolgere nei mesi che precedono la stagione invernale. Potenziate il tono muscolare delle gambe e delle braccia; allenate in particolare l’articolazione del ginocchio facendo molti movimenti di flessione.
– Scegliete materiali resistenti e collaudati. Portate sempre la vostra attrezzatura. Se vi affidate ai noleggi, verificate attentamente l’efficienza di quanto avete affittato.
– Controllate spesso la perfetta funzionalità di tutto: sci, attacchi, scarponi. Verificate se i ganci delle calzature sono a posto e se gli attacchi sono regolati secondo il vostro peso e le vostre capacità atletiche.
– Quando siete in pista, raddoppiate la vostra concentrazione in particolare all’inizio e alla fine della giornata sulla neve. E’ stato provato, infatti, che la maggior parte degli incidenti sugli sci avvengono durante la prima ora (a muscoli freddi) o all’ultima discesa, quando si è stanchi ed è più probabile commettere un errore. Indossate sempre gli speciali occhiali da sci, avendo cura di pulirli spesso per avere una visione ottimale della discesa da affrontare.
Siate prudenti, soprattutto nelle ore di punta, quando la pista è più affollata. Ricordatevi sempre che non ci siete solo voi. Perciò, controllate – cercando di prevederli – i movimenti degli altri sciatori più vicini a voi. Dedicate un occhio particolare agli “snowboardisti” che, il più delle volte, non hanno piste a loro dedicate e invadono le discese degli sciatori.
– Scegliete sempre una pista adatta alle vostre capacità tecniche; mantenevi dentro i tracciati segnalati, evitando i “fuori pista”.
Non vi lanciate a forte velocità perché rischiereste di perdere il controllo degli sci; evitate le gare in mezzo alla folla, le curve a raggio troppo largo, le acrobazie inutili.

Le distorsioni del ginocchio
E’ il ginocchio degli sciatori a correre oggi i rischi maggiori. Perché? Risponde il Lorenzo Panella, specialista in Riabilitazione e Recupero funzionale. “Il motivo di base è facilmente intuibile: nella caduta, tutta l’energia si scarica sul ginocchio dello sciatore. E’ anche “colpa” dei moderni scarponi da sci, più alti e rigidi rispetto a quelli di vent’anni fa. Queste calzature proteggono, bloccandoli in un tutt’uno, polpaccio e caviglia: la prima porzione della gamba priva di difese, libera di “ruotare” sul proprio asse, risulta proprio il ginocchio”.

Come ci si procura una distorsione?
“Gli appassionati stiano tranquilli. Non basta una semplice caduta sulla neve per causare una distorsione. Questo evento, però, può accadere se – al momento della caduta – gli sci non si sganciano dagli attacchi: in questo caso la gamba compie una brusca flessione oppure lo stesso ginocchio può ruotare verso l’esterno o l’interno, con il piede fisso al suolo. Ecco la distorsione, che può interessare una o più parti dell’articolazione del ginocchio: menischi, legamenti collaterali e crociati”.

Lesioni del menisco
L’infortunato avverte subito un dolore forte e acuto, il ginocchio si gonfia ed è impossibile appoggiare la gamba. Cosa fare subito? Spiega il dottor Panella: “Bisogna applicare del ghiaccio sulla parte dolente – la neve della pista va benissimo – e non spostare l’infortunato in attesa dell’arrivo dei soccorsi muniti di barella a toboga. La diagnosi definitiva è data dall’esito della risonanza magnetica. La lesione del menisco guarisce completamente in 6-8 settimane: si cura con un intervento chirurgico in artroscopia, riparando il menisco e asportando la parte lesionata”.

Rottura dei legamenti del ginocchio.
Il più interessato è il collaterale interno (o mediale) che si può rompere anche solo parzialmente. Un altro legamento del ginocchio che “salta” spesso sulla neve, è il legamento crociato anteriore. Lo sciatore sente subito dolore acuto al ginocchio e gonfiore della parte lesionata.
Cosa fare subito in questi casi? Risponde il dottor Giuseppe Capua, responsabile di Medicina dello sport dell’Ospedale San Camillo di Roma: “Contrastare il gonfiore applicando della neve sulla parte traumatizzata, non muovere l’infortunato, immobilizzare la gamba con stecche rigide. In caso di lesione parziale del legamento collaterale interno, non è necessario l’intervento chirurgico: si guarisce perfettamente, in 4-5settimane tenendo il ginocchio ben immobilizzato in estensione con un tutore. Già nel corso delle prime 3 settimane si può rimuovere temporaneamente il tutore per fare esercizi di riabilitazione”.

Come si cura la rottura del legamento crociato?
L’approccio è diverso: dipende, se ci troviamo dinanzi ad uno sportivo professionista o ad uno sciatore “saltuario”, anche perché la lesione del crociato guarisce ma rischia di lasciare un’articolazione del ginocchio meno stabile. Per gli sportivi, che devono recuperare completamente, questo tipo di distorsione si cura chirurgicamente, in artroscopia, con un intervento di “plastica”: si sostituisce il legamento infortunato con altro materiale prelevato da altri tendini dallo stesso ginocchio. Per i non sportivi è necessaria una prima fase di riabilitazione, con la quale si stabilizza il ginocchio, per poi passare all’intervento chirurgico.

Trauma cranico
“Una forte botta alla testa può avere conseguenze molto serie – spiega il dottor Capua – specialmente se la persona infortunata ha urtato contro altri sciatori che incrociano nella stessa pista. C’è il rischio di traumi cranici, stati di commozione cerebrale e perdita di conoscenza con conseguenze alle vertebre cervicali oppure al midollo spinale. Il sintomo più importante è la perdita di conoscenza, anche non immediata, del traumatizzato. Bisogna, al più presto, sistemare l’infortunato in posizione di sicurezza, supina, con la testa rivolta su un lato. Non spostargli assolutamente le gambe e coprirlo con una coperta, per mantenerlo al caldo. Attendere l’arrivo della barella e il ricovero al pronto soccorso più vicino”.

Lesioni del braccio, dell’avambraccio e del polso
Non sono traumi molto frequenti fra gli sciatori. Da ricordare le fratture del radio e dell’ulna (le due ossa dell’avambraccio), dello scafoide (ossa del polso), delle falangi (dita). Caratteristiche sono le distorsioni del polso che interessano i legamenti (il collaterale ulnare). “Tipico è il pollice dello sciatore – spiega il dottor Panella – dovuto all’urto, cadendo, della punta del pollice con la neve. Lo sciatore avvertirà dolore, gonfiore e sarà impossibile muovere il dito. Si cura subito applicando ghiaccio e tenendo immobile l’articolazione. La terapia consiste nell’immobilizzare l’articolazione colpita con un ingessatura. Per l’intervento chirurgico si dovrà valutare caso per caso”.

Fratture di femore, tibia e perone
In netta diminuzione rispetto al passato, restano frequenti le fratture di tibia e perone o del femore. Lo sciatore sente dolore acuto alla parte traumatizzata con shock e sensazione di freddo. Cosa fare in questi casi? Spiega Panella: “Bisogna immobilizzare la gamba al più presto con stecche rigide, sistemare l’infortunato in una barella a toboga e trasportarlo al più vicino pronto soccorso. La cura è chirurgica: la gamba poi viene ingessata o bloccata in un tutore”.

Distorsioni della spalla
Molto meno frequenti, interessano le articolazioni dell’osso scapolare e della clavicola. Gli sciatori se le procurano cadendo violentemente sulla schiena. Sono dolorose, impediscono i normali movimenti della spalla, ma si possono ridurre subito, se interviene un ortopedico esperto. Comunque, vanno immobilizzate. Il trattamento è chirurgico accompagnato dalla somministrazione di antinfiammatori.

Snowboard
Anche lo snowboard, sport in voga tra i più giovani, richiede doti di autocontrollo soprattutto nella gestione delle cadute sulla neve. Il dottor Panella fornisce i suoi buoni consigli: “Cercate di assecondare la caduta sollevando le tavole dalla neve. A differenza degli sci, gli attacchi non si sganciano automaticamente: fare in modo di non restare con uno solo dei due attacchi dello snowboard agganciato al piede. I traumi più frequenti nello snowboard? Quelli delle ossa del bacino e dell’osso sacro. Anche in questo caso l’infortunato deve restare immobile, non tentare di alzarsi e attendere i soccorsi. La cura consiste nell’immobilizzare la parte lesionata”.

A cura di Umberto Gambino
18/02/2002

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita