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Volley: occhio alle caviglie

05/02/2002

La pallavolo è uno sport in grande ascesa, piacevole, altamente spettacolare, molto apprezzato dai giovani e dagli adolescenti che cominciano a praticarlo già a scuola. Attenzione, però per chi vuole dedicarsi a questa attività a livello agonistico: è richiesta una preparazione atletica completa e specifica, grande forza di volontà, applicazione puntigliosa negli allenamenti. Ecco alcuni consigli per praticarlo senza rischi.

Le caratteristiche fisiche e psicologiche richieste
“Non tutti sono “naturalmente” portati per il volley”, precisa il dottor Lorenzo Panella, specialista in Riabilitazione e Recupero funzionale. “E’ un’attività consigliabile a chi ha una statura un po’ più alta della norma: l’altezza tipo ideale sarebbe di un metro e 90 per i maschi e 1,80 per le femmine. Per bambini e adolescenti bisogna tenere conto che l’altezza definitiva si raggiunge intorno ai 16-17 anni. Tuttavia, anche ragazzi e ragazze un po’ meno alti della media possono trovare grandi soddisfazioni nel volley, in un ruolo ben definito: l’alzatore o “palleggiatore”, cioè il “regista” autentico della squadra. Le qualità fisiche richieste? La facilità di salto e di coordinamento dei movimenti del corpo, in particolare di braccia e gambe”. Dal punto di vista psicologico, il volley facilita i rapporti interpersonali, favorisce la solidarietà di gruppo fra compagni, fortifica il carattere.

Prima degli allenamenti una visita medica completa
“Prima di iniziare questa attività –interviene il dottor Giuseppe Capua, responsabile di medicina dello sport all’Ospedale San Camillo di Roma – occorre sottoporsi ad una visita medica completa in un centro specializzato o autorizzato in medicina dello sport. Gli esami indicati sono: elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, radiografia del torace, esami del sangue per controllare se tutti i parametri fondamentali sono ai livelli fisiologici, e infine gli esami delle urine”.

Sviluppa muscoli e caviglie
Ma quali sono i reali benefici del volley? “E’ uno sport – puntualizza il dottor Panella – che irrobustisce i muscoli delle spalle, in particolare il cingolo scapolo-omerale, i muscoli estensori delle gambe – che servono per dare forza nei salti . Per certi aspetti si può considerare uno sport asimmetrico, un po’ come il tennis: questo perché soprattutto i giocatori d’attacco, gli schiacciatori, sono costretti a ripetere il gesto proprio della schiacciata tantissime volte durante la partita e quindi sviluppano la muscolatura di un braccio in misura maggiore rispetto all’altra. Pochi i divieti: non può dedicarsi al volley chi ha importanti problemi della colonna vertebrale come una grave scoliosi o l’ernia del disco e gli obesi”.

Lesioni e traumi più frequenti
“I traumi più frequenti – avverte sempre il dottor Lorenzo Panella- sono la distorsione della caviglia e il sovraccarico della spalla. Ma ci sono anche i traumi diretti, dovuti ad un contatto brusco o non corretto con la palla: distorsioni o addirittura fratture delle dita della mano. Per diminuire la probabilità di infortuni, è consigliabile – prima di un allenamento o di una gara – eseguire alcuni esercizi di stretching (allungamento muscolare)”.

Allenamento su tre livelli specifici
“In genere – spiega il dottor Giuseppe Capua – bisogna allenarsi due o tre volte alla settimana per un’ora e mezza o due ore a seduta. La preparazione si imposta su tre livelli. – Il primo è “l’allenamento fisico” finalizzato a simulare i gesti tipici del volley, rivolto alle fasce muscolari più coinvolte: braccia, spalle, gambe. Ogni atleta, inoltre, deve migliorare la propria resistenza fisiologica e respiratoria, potenziando l’efficienza muscolare e tendinea, ampliando i movimenti di braccia e gambe; deve aumentare la velocità di esecuzione dei movimenti, soprattutto con il pallone, simulando azioni difensive e recuperi difficoltosi; deve incrementare la forza, soprattutto delle gambe e delle caviglie, ripetendo fino all’esasperazione salti a rete per muri e schiacciate. Il secondo tipo di allenamento è quello “tecnico”, specifico per far apprendere, migliorare e perfezionare ad ogni atleta i fondamentali del gioco.
Infine c’è “l’allenamento tattico” in cui l’allenatore spiega a tutta la squadra quali sono le strategie e i movimenti da sincronizzare fra tutti i componenti nelle varie situazioni di attacco e difesa che possono presentarsi nel corso di una partita”.

Scarpe adatte e protezioni alle ginocchia
Un’attenzione particolare va rivolta alla scelta delle scarpe e delle protezioni per le ginocchia. Spiega il dottor Panella: “Le scarpe devono essere scelte tra quelle realizzate appositamente per il volley: meglio se con suole di gomma e materiali speciali per poter assorbire, senza microtraumi, salti e movimenti bruschi. Accessori utili e indispensabili sono le ginocchiere che servono a proteggere l’atleta da eventuali piccole lesioni durante i tuffi sul terreno di gioco, più spesso parquet o sintetico”.

A cura di Umberto Gambino

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