Stai leggendo Gli sport in acqua per mantenersi in forma

Sport

Gli sport in acqua per mantenersi in forma

02/07/2002

Siamo fatti d’acqua, almeno il 70%: un liquido prezioso che – una volta di più – si rivela fondamentale quando decidiamo di “frequentarlo” un po’ più spesso del solito perché l’estate si fa più calda e pressante. Acqua da bere, acqua da vivere, acqua per giocare o per mantenersi in forma, acqua per dare luce ad una nuova vita. Sui molteplici aspetti dell’acqua, portatrice di benefici, Humanitas Salute ha intervistato uno specialista.

Quali sono i vantaggi concreti di poter svolgere delle attività fisiche in acqua?
“Ce n’è uno assolutamente imperdibile, fondamentale – esordisce il dottor Massimo Tanzi, medico dello sport – è quello di poter lavorare in parziale assenza di gravità. La persona che decide di praticare una qualsiasi attività a corpo libero, galleggiando in acqua può eseguire parecchi movimenti attivi, con naturalezza, senza essere costretta a sollecitare in modo esagerato gli arti inferiori. Per alcune persone di mezz’età lavorare in acqua costituisce un vantaggio ulteriore, ottenendo benefici che, “a secco”, non si hanno”.

E’ solo la parziale assenza di gravità il vantaggio?
“Tutt’altro. C’è un effetto di stimolo per la microcircolazione della cute, dovuto al passaggio dalla temperatura ambiente a quella idrica, che esplica un effetto riflesso sul sistema cardiocircolatorio”.

Qual è il suo giudizio sulla ginnastica svolta in piscina: la cosiddetta acquagym?
“E’ una pratica molto positiva, accessibile con facilità a tutte le età e in diverse condizioni di salute generale – puntualizza il dottor Tanzi. L’acquagym arreca gli stessi benefici dell’aerobica fatta in palestra. Con il vantaggio di stimolare maggiormente l’apparato muscolo-scheletrico, sfruttando i benefici termali dell’acqua. E’ molto efficace su quelle persone in età più avanzata o con problemi ossei o articolari o in chi ha subito traumi o fratture. Nei traumatizzati l’acqua facilita l’esecuzione ritmica dei movimenti, migliorando la coordinazione. L’acquagym è un modo relativamente nuovo ed efficace per praticare la riabilitazione anche su persone che, pur non essendo traumatizzate, hanno difficoltà a praticare certi gesti motori in palestra: in acqua riesce più facile e spontaneo. Le motivazioni sono anche psicologiche perché trovarsi in piscina protegge di più, mascherando certi movimenti e certe prestazioni: specialmente quelli delle parti inferiori del corpo, di cui ci si potrebbe vergognare in uno spazio completamente aperto, agli occhi degli altri. Mi riferisco agli obesi o ai sovrappeso che si sentono a disagio al cospetto di altri compagni di attività.
Anche chi ha avuto lesioni midollari alte può trarre vantaggi dalla pratica di un’attività riabilitativa in acqua, proprio perché, riducendo l’effetto della gravità, si è facilitati nell’esecuzione degli esercizi riabilitativi”.

E per chi decide di praticare un’attività agonistica acquatica vera e propria?
“Se parliamo del nuoto, lo sport completo per eccellenza, i benefici sono incontestabili: è questa un’attività che, come la corsa e il ciclismo, fa svolgere all’organismo un lavoro aerobico, migliorando notevolmente le capacità cardiorespiratorie del soggetto, la potenza muscolare degli arti inferiori e superiori, tonificandone il torace e l’addome. Il nuoto, inoltre, aumenta notevolmente la capacità respiratoria dello sportivo sollecitando maggiormente la muscolatura respiratoria accessoria”.

Quali sono le attività non agonistiche più praticate in acqua?
“L’ultima novità, quella che va per la maggiore, è la “cyclette in acqua”, caratterizzata anche dall’effetto di “idromassaggio attivo” che la persona determina da sola pedalando. Si tratta in definitiva di uno “spinning acquatico” che nelle forme più evolute prevede la completa immersione del soggetto in piscina – testa compresa – il quale si serve di autorespiratori: la bici è fissata sul fondo della vasca. Si può trarre giovamento senza arrivare a queste forme sofisticate di esercizi: nella pratica meno estrema, le persone sono immerse in acqua solo fino a metà torace. Il vantaggio è che pedalando in simili condizioni aumenta la resistenza sugli arti inferiori proprio perché la viscosità dell’acqua è maggiore dell’aria. Maggiori resistenze da vincere in piscina significa doversi impegnare di più nel pedalare. Comunque, anche con la cyclette si consiglia di non sottoporsi a un eccessivo impegno muscolare, specialmente se non si è perfettamente allenati”.

Ci sono però nuove attività acquatiche più estreme molto di moda….
“Meglio evitarle – afferma deciso Tanzi – lasciamole a chi vuole provare forti emozioni a tutti i costi. Per esempio i tuffi dal trampolino sono una disciplina che aiuta i movimenti, la gestualità e la concentrazione generale dell’atleta, ma non è alla portata di tutti: bisogna essere perfettamente allenati, avere una condiizone fisica perfetta. Bando invece all’”IdroSpeed” e amenità simili: se pensiamo a quelli che scendono i fiumi con il petto poggiato su una tavoletta surf: è questo un tipo di utilizzo dell’acqua non adatto a tutti”.

A cura di Umberto Gambino

Alcuni consigli pratici per affrontare l’acqua
L’acqua è benefica in generale, per qualsiasi attività si sceglie di svolgere.
Il grosso ostacolo è la difficoltà di trovare strutture adatte o lidi attrezzati (con istruttori competenti a portata di mano) vicino al luogo dove si abita o si lavora.
Oggi molti fisioterapisti si stanno specializzando nelle tecniche di riabilitazioni in acqua. Affidatevi sempre ad una persona esperta.
Non ci sono limiti minimi o massimi d’età per andare in piscina. Per un’attività preagonistica si può iniziare a 6 anni. Ma ci sono bambini che – insieme ai genitori – vanno prestissimo in acqua: a soli 4 mesi.
Nel nuoto, meglio non forzare troppo i più piccoli: è lo sport più completo perché simmetrico e non sollecita maggiormente una parte muscolare a discapito dell’altra. E’ insomma uno sport pienamente armonico e benefico in tutti i casi. Gli effetti positivi si vedranno comunque.
E’ meglio – secondo disponibilità – l’acqua marina poichè determina un maggior galleggiamento del corpo, favorendo al meglio l’acquaticità e l’apprendimento corretto delle tecniche natatorie. Se non vi trovate vicino al mare, optate ovviamente per una piscina. Ricordatevi però che, se praticate uno sport, la temperatura ideale dell’acqua – a mare o in piscina – dovrebbe aggirarsi sui 24-25 gradi. Per l’acquagym, dove con metà del corpo si rimane nell’acqua, è consigliabile una temperatura più bassa.
Non rimanere in acqua per più di 40 minuti: se si vuol prolungare la permanenza indossare una muta.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita