In questa stagione in genere le ricette sono più pesanti e i cibi più sostanziosi. Ma i piatti invernali si possono gustare tranquillamente o fanno male alla linea e alla salute? 

Zuppe, polenta, brasato, formaggi e bolliti la fanno da padrone sulle tavole dei mesi più freddi e continuano a fare capolino anche agli inizi della primavera. Ma perché la cucina invernale è in genere più elaborata e “pesante” di quella estiva? E poi i piatti di questo periodo possono fare male alla salute e alla linea o si possono mangiare senza preoccupazioni?
“Quando fa freddo”, rispondono i dietisti di Humanitas Gavazzeni, “l’organismo ha bisogno di una maggiore quantità di calorie rispetto all’estate perché consuma energia per mantenere costante la temperatura corporea. C’è quindi una logica corretta alla base dei piatti invernali. L’importante è non esagerare con le porzioni e con i grassi e seguire, come sempre, una dieta variata ed equilibrata”.
In particolare bisogna dare molto spazio alla frutta e alla verdura di stagione (più buone, più ricche di vitamine e minerali e meno care delle primizie), come ad esempio gli agrumi, ricchi di vitamina C, importante per rafforzare le difese naturali e per assorbire il ferro contenuto negli altri alimenti. Oppure i cavoli, che contengono moltissime vitamine A, C ed E, tutti potenti antiossidanti, o la zucca, ricchissima di vitamina A, K, calcio, fosforo e fibre.

Bisogna poi scegliere spesso i legumi, anche come piatto unico assieme al riso o alla pasta. Questi vegetali contengono infatti sostanze importanti per l’organismo: vitamina B, PP, calcio, fosforo, ferro e aminoacidi essenziali. E in più si prestano facilmente a preparare piatti caldi, che aiutano a riscaldare tutto il corpo. “Passati di verdura, minestroni e zuppe, in effetti sono una fonte piacevole di sostanze nutritive preziose, quelli a base di sole verdure possono essere consumati a piacere. Quelli che contengono vegetali più ‘sostanziosi’, come patate e legumi, vanno invece consumati senza esagerare (1 piatto, 1-2 volte a settimana), pena l’eccesso di calorie”.
Tra i cibi tipicamente invernali che ci aiutano a riscaldarci c’è anche la classica tazza di cioccolata calda. Al contrario di quanto spesso si crede, il cioccolato, se consumato nelle debite proporzioni, può far bene. Agisce infatti sulla serotonina, una sostanza prodotta dal cervello che controlla il tono dell’umore, allontanando la tristezza e la depressione. Ogni quanto concedersi una tazza di cioccolata calda? “Se non si è a dieta anche 2-3 volte la settimana, a patto però di non ‘buttarsi’ su altri dolci”. Per sconfiggere il freddo sono ottime anche le tisane o il tè, magari zuccherate con il miele: quello di tiglio e di arancia aiuta a rilassarsi, mentre quello di Eucalipto è efficace contro il mal di gola.

Per scaldarsi non vanno invece bene gli alcolici. La sensazione di calore provocata dall’alcool, infatti, è dovuta alla vasodilatazione, ossia al “rilassamento” dei vasi sanguigni, che porta ad una riduzione della temperatura del corpo. Il via libera (con moderazione) degli esperti arriva invece per i piatti tradizionali più elaborati, come il brasato, la polenta con il gorgonzola e il bollito.
“Il brasato va però fatto cuocere con poco condimento, preferendo l’olio al burro; la polenta con il gorgonzola, come tutti i piatti a base di formaggi, che sono ricchi di grassi e colesterolo (ma anche di calcio e proteine), va limitata ad una piccola porzione. E per il bollito è meglio scegliere carni magre e morbide, senza dimenticarsi di bere anche il brodo, in cui finiscono molte proteine e vitamine della carne”.
Non bisogna poi scordarsi dell’altra fonte di proteine, cioè il pesce, importantissimo anche d’inverno perché ricco di omega 3, gli acidi grassi buoni per il cuore. E dei cereali: pane e pasta non devono mancare anche quando fa freddo.

A cura di Silvia Rosselli