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Cuore: lo sentiamo ma lo ascoltiamo?

03/08/2015

«Il cuore ha bisogno di noi, così come noi abbiamo bisogno di lui. Il cuore soffre con noi e vive con noi, fa il suo lavoro in un modo adeguato, supera tante difficoltà, lo mettiamo alla prova continuamente, qualche volta lo trattiamo male, a volte si usura più facilmente perché più fragile. Dobbiamo fare squadra con il nostro cuore». Così la dottoressa Lidia Rota, presidente di ALT-Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardivoascolari, descrive il cuore nella trasmissione di Radio 24 “Cuori e denari” condotta da Nicoletta Carbone.

Si può “sentire” il cuore?

«Dobbiamo imparare ad ascoltare il cuore che batte. Basta mettere due dita appoggiate delicatamente sul polso alla base del pollice: con un po’ di pazienza cerchiamo e troviamo il nostro battito. La cosa più importante è che sia regolare. Se lo sentiamo “scomposto”, respiriamo profondamente e riproviamo».

Quanti battiti? «Ognuno di noi ha una propria frequenza di battiti al minuto, che di solito va da 60 a 80. Gli atleti hanno invece battiti più lenti, fino ai 40 del grande ciclista Fausto Coppi. Più ci alleniamo più il cuore rallenta, perché il cuore è saggio, si risparmia e riesce a essere efficiente senza aumentare la frequenza. Quando il cuore batte troppo veloce lo fa perché ci serve più ossigeno, ma poi arriva a una soglia oltre la quale diventa meno efficiente».

Il cuore è protagonista di diversi modi di dire a cui si fa ricorso per parlare di alcune emozioni: “avere il cuore in gola”, “mi spezzi il cuore”, “morire di crepacuore”, dice la dottoressa Rota. Sono espressioni realistiche? «Sono modi di dire che corrispondono alla realtà. “Avere il cuore in gola” è una reazione normale, sento i battiti accelerati perché ho fatto una corsa o perché sono spaventata o emozionata. A volte il cuore si può sentire frullare nel petto come un pesce preso all’amo: non è buon segno, va verificato perché può segnalare un’aritmia insidiosa che si chiama fibrillazione atriale, diffusa più di quel che si crede soprattutto nelle persone che hanno superato i 60 anni, che molto spesso hanno la fibrillazione ma ne sono completamente ignare».

Il cuore è in relazione con tutto l’organismo

Nel corso della trasmissione la dottoressa ha risposto alle domande dei radioascoltatori, sollecitandoli a scegliere uno stile di vita intelligente, che riduca o elimini fattori di rischio ben noti come il fumo e la sedentarietà, a non sospendere mai l’assunzione di farmaci in autonomia ma solo su consiglio del medico. E soprattutto a non sottovalutare mai i segnali che il cuore lancia. (Per approfondire leggi qui: La salute cardiovascolare dipende dallo stile di vita)

«Il cuore si relaziona con tutto l’organismo, ad esempio con la bocca: qui ci sono microbi di tutti i tipi alcuni dei quali entrano nel sangue dalle gengive infiammate e si posizionano sulle valvole del cuore provocando una endocardite», spiega la dottoressa. Avere cura dei propri denti salva il cuore, la bocca e il portafoglio.

Il cuore ha un legame anche con le nostre gambe. «Molti hanno le gambe gonfie per via dell’età, di un cuore stanco, aritmico, dilatato, scompensato. Le gambe possono gonfiarsi anche durante un lungo viaggio in aereo, ma anche in macchina e in treno, in posizione scomoda, senza tappe (Per approfondire leggi qui: Viaggi lunghi in auto, treno e aereo? Scopri gli esercizi per affrontarli in salute). Ci dobbiamo preoccupare quando il gonfiore compare per la prima volta, soprattutto se si manifesta in una sola gamba: può essere un fenomeno di rallentamento del circolo, che può essere causa o conseguenza di una trombosi venosa, soprattutto in persone particolarmente predisposte“, conclude la dottoressa Rota.

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